2014
Zona Micheletti: Turna che perdi
Hamsik, Insigne, Higuaín; Cuadrado, Joaquín, Borja Valero. Questi sei giocatori, che normalmente sarebbero partiti titolari, tra sabato e domenica hanno visto tutta o quasi la partita della loro squadra dalla panchina. Per alcuni è stata prettamente una scelta tattica (Higuaín e Joaquín), per altri il suggerimento del medico di non rischiare una condizione fisica non perfetta (Borja Valero su tutti). Però, quando l’allenatore lo ha ritenuto indispensabile, spinto dall’andamento della partita, sono scesi in campo; segno che potevano farlo anche dal primo minuto.
Il concetto di turn over ha sempre diviso le scuole di pensiero calcistico: c’è chi, come Sacchi, sosteneva che il turn over dovevano farlo tutti (ma Franco Baresi è sempre, e dico sempre, rimasto al centro della difesa e non ha mai riposato); c’è chi come Capello, e soprattutto Mourinho, sostengono che se non vinci oggi per credere di vincere domani e non lo fai, hai perso due volte. Un fatto è certo: almeno per quello che riguarda il turno di campionato appena trascorso, le scelte di Montella e Benitez (soprattutto di quest’ultimo) non solo non hanno convinto la critica e i tifosi, ma non hanno nemmeno pagato. Oggi esce meglio Montella, perché ha corso il rischio di finire a meno sei per la corsa Champions e invece si trova ancora a meno tre, con una giornata in meno da giocare. Benitez, che è recidivo in questa teoria, paga un dazio che corre il rischio di alienargli qualche simpatia partenopea.
Chi invece aveva provato a fare la rotazione dei giocatori e ci ha rimesso la qualifica in Coppa Italia contro la Roma (leggasi la Juventus di Conte), fa subito marcia indietro e dimostra di aver appreso la lezione. Infatti, ieri sera, contro l’Inter, dentro tutti i titolari (addirittura forzando il rientro di alcuni, come Pirlo: chissà cosa ha detto il medico?) e dimostrazione devastante di forza e solidità. È vero che la pochezza dei nerazzurri può aver esaltato la forza dei bianconeri, ma è altrettanto vero che contro questa forza sarebbe stato difficile per chiunque cercare di fare qualche cosa di più.
Una ultima notazione a margine: è curioso sentire società e tecnici che, a inizio stagione, mettono sempre e comunque la Coppa Italia al terzo posto negli interessi generali. Poi, però, in nome della stessa Coppa, e per cercare di vincerla (o per lo meno di passare il turno che si presenta), fanno riposare i migliori in campionato, smentendo poi però che le scelte siano state fatte in funzione della Coppa. Delle due l’una: o mentono, sapendo di mentire, o sbagliano ora, sapendo di sbagliare.