Hanno Detto
Zigoni: «Quando ho segnato e me ne sono andato»
Le parole di Gianfranco Zigoni, ex giocatore dell’Hellas Verona negli anni ’70. Tutti i dettagli sulle sue dichiarazioni
Gianfranco Zigoni è stato l’idolo della tifoseria del Verona lungo gli anni ’70. Lo hanno definito il George Best italiano perché al talento sul campo non ha mai fatto mancare la personalità fuori, diventando un personaggio molto discusso. Al Corriere della Sera si è fatto intervistare in un circolo di Oderza, in una stanza dove esibisce la tessera di Rifondazione comunista, foto del Che e di Padre Pio, oltre a una statuetta di Mussolini («Quella l’ha messa il presidente, lui la vede così, amen»).
SOSTITUZIONI – «Io volevo uscire, perché magari non avevo più voglia o per fare entrare un compagno che così si beccava il premio pieno, ma Valcareggi mi teneva dentro».
VERONA-VICENZA – «Mancava mezz’ora alla fine, eravamo sull’1-1, lo stadio urlava Zigo-Zigo, finta di corpo, controfinta, serpentina e bomba sul sette di destro. Di destro! Io che il destro lo uso solo per salire sul tram. Ho pensato qui c’è di mezzo Dio, per me è abbastanza, tanti saluti».
RIFIUTO DELLA NAZIONALE – «Perché non mi facevano giocare e perché non avevo un grande attaccamento alla nazionale, per me il mondo è libero, cosa sono queste nazionali? Bianchi, rossi, neri, verdi, non c’è differenza».