2020
Zico su Maradona: «Era generoso. A Udine ha allenato la mano de Dios»
Sulle pagine della Gazzetta dello Sport, Zico ha ricordato Diego Armando Maradona. Queste le parole dell’ex stella brasiliana
Zico, ex stella del Brasile e dell’Udinese, ha ricordato sulle pagine della Gazzetta dello Sport Diego Armando Maradona. Queste le sue parole.
NOTIZIA DELLA SUA MORTE – «In Giappone, ero andato a vedere il Kashima di cui sono d.t. Dopo cena, ero a letto e mi ha mandato un sms mio figlio. Dopo l’ultima operazione avevo mandato un messaggio a Diego e ho capito ch’era preoccupato. Qualcosa è andato storto, l’operazione alla testa era pericolosa, lui era debilitato… Ho chiesto a Dio di confortare familiari e amici e di accogliere la sua anima. Meglio per lui riposare ora che continuare a soffrire».
AMICIZIA – «Dopo il Mondiale dell’86 ero infortunato, dovetti operarmi a un ginocchio. E Diego fu molto carino, mi scrisse, mi augurò buona fortuna e una pronta guarigione. Non l’ho mai dimenticato. Poi ricordo di una amichevole voluta da me in Brasile, mi pare nel 2003 per raccogliere fondi per i poveri di Rio. C’erano tanti campioni e lui è stato molto importante, aiutò a portarne altri, mi ha dato una grande mano. Con lui crebbe così tanto in visibilità quella idea che dopo abbiamo dovuto affittare il Maracanà. Ma lui non poté raggiungerci, aveva avuto il primo grande problema di salute e il ricovero in clinica».
MARADONA – «Era un brav’uomo, generoso, cuore d’oro e aveva una voglia di vivere sconfinata. Nel 2014 al Mondiale ci siamo visti varie volte per un programma di Diego per Telesur. Io ero a Rio e mi invitava spesso. Abbiamo trascorso del tempo insieme, ma intorno a lui c’era sempre troppa gente, era difficile stare con lui da soli, parlare».
PRIMA VOLTA CONTRO – «Resto del Mondo-Argentina giugno 1979, a un anno dal loro Mundial. C’erano Bearzot con Platini, Tardelli, Causio, Rossi, Boniek e Cabrini; loro non avevano Kempes e al suo posto questo ragazzino di 18 anni. E che ci fece gol col suo sinistro a giro. Ma vincemmo noi 2-1 con un mio gol. Sapevo di lui, era già uno dei migliori talenti al mondo. Carlos Alberto, l’ex capitano della Seleçao 1970, l’aveva visto nella U20 e me ne aveva parlato benissimo».
AVVERSARI – «Quante volte contro? Ufficiali 4. Ad agosto 1979 in Coppa America, al Maracaná vincemmo 2-1 e io segnai il 1°, Diego giocò con la 6 ed era già un fenomeno, genio, si vedeva. Faceva cose diverse, incredibili. Al ritorno non c’era, era al Mondiale U20. Poi amichevole Flamengo-Boca, che con Diego aveva vinto il titolo argentino. Settembre 1981, segnai una doppietta, vincemmo 2-0».
IN SERIE A – «Lui era appena arrivato nel 1984. A Napoli non giocai e lui siglò una doppietta. A Udine, penultimo turno, vincevamo 2-1, dopo che Diego aveva segnato. A 2’ dalla fine un tiro loro rimbalza sulla traversa e Diego anticipa il portiere con la mano sinistra. Ma arbitro e guardalinee non vedono nulla. Ero infuriato, rincorsi l’arbitro Pirandola: “Bravo, continua così, vai così che vai bene…”. Beccai 4 giornate di squalifica. Fu la mia ultima gara a Udine. Poi con gli anni ci ho scherzato sopra con Diego. Gli dicevo “con noi hai allenato la Mano de Dios…”. Lui ridendo mi disse che io ero la parte buona del calcio, lui quella cattiva. Ma lui è uno dei 5 migliori che ho visto giocare: Garrincha, Pelé, Diego, Cruijff e Beckenbauer».
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