2015

Criscito: «Juve e Roma da evitare come la peste»

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Il terzino sul cammino europeo impressionante dello Zenit

Lo Zenit San Pietroburgo è una macchina da guerra in Champions League: ha vinto tutte le partite e archiviato la qualificazione agli ottavi di finale con un numeri impressionanti, cioè 10 reti segnate, appena 4 incassate. E’ tornato a brillare Domenico Criscito, che ha svelato ai microfoni di Tuttosport le ambizioni della squadra: «Avevamo fissato l’asticella, avevamo identificato come obiettivo minimo la qualificazione agli ottavi. E l’abbiamo centrata non perdendo un punto. Lo Zenit ha compiuto quest’impresa. Non era mai successo nella storia del calcio russo e questo ci rende molto più che orgogliosi. L’appetito cresce mangiando, ora ci ingolosisce la prospettiva di fare 6 vittorie in sei partite come è capitato solo al Barcellona e al Real Madrid. Non sarà facile e lo sappiamo. Siamo però ben consci, allo stesso tempo, della nostra forza».

REGOLE E STELLE – Eppure lo Zenit San Pietroburgo è solo 4° in campionato e ha 10 punti di ritardo dalla prima in classifica, il Cska Mosca: «La regola che ci impone in campionato di schierare 5 russi ci penalizza un po’. Non sempre Villas-Boas può schierare la squadra migliore. Nella Premier Liga russa abbiamo perso punti contro squadre medio-piccole: si spiega così il nostro ritardo dalla vetta», ha spiegato Criscito, che poi ha parlato delle stelle dello Zenit: «C’è molto di Hulk in questa cavalcata trionfale. E’ tornato a essere devastante. Si è preso la squadra sulle spalle e assieme a lui siamo riusciti a crescere tutti. Dzjuba? Non pensavamo fosse così forte. Vede la porta con una facilità estrema ed è dotato di ottima tecnica nonostante un fisico possente. Credo che potrà ancora aiutarci e molto, a risolvere situazioni di difficoltà».

PANCHINA E… ITALIA – Poi ha parlato del futuro di Villas-Boas: «Le voci che sono circolate qualche mese fa su un suo addio a fine stagione ci danno un minimo di ansia. Stiamo cercando in ogni modo, col gioco e col risultati, di fargli cambiare idea, di convincerlo a rimanere ancora qui con noi. E’ un allenatore preparato e che sa gestire benissimo i rapporti con i giocatori e con la società. Perderlo sarebbe una brutta cosa…». Un pensiero finale all’Italia, pericolo per gli ottavi di Champions League: «Opinione mia e non solo è che dovremo evitare come la peste Juventus e Roma. Non perché non voglia un derby, ma perché le italiane sono tignose, difficili da battere, ben messe in campo. Pensate all’Europa League dello scorso anno: noi favoritissimi contro il Torino, eppure abbiamo rischiato l’eliminazione. Per questo dico, italiane no, grazie. Ma per pensarci c’è tempo. Adesso ci sono da vincere altre due gare di Champions». 

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