Serie A

Zenga: «Conte costruttivo. Pirlo alla Juve? Mi sarebbe piaciuto fare la stessa cosa all’Inter»

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Walter Zenga ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport in vista dell’inizio della Serie A. Le sue parole

Walter Zenga, ex tecnico del Cagliari, ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport in vista dell’inizio della Serie A. Le sue parole.

SERIE A – «Che campionato sarà? Complicato: si riprende dopo aver smesso da poco, senza una preparazione normale, con amichevoli soft e giocatori ancora alle prese col Covid».

PIRLO ALLENATORE – «Sicuramente non sono stato uno di quelli che ha detto: “Ah, che scandalo, allena subito la Juve”. Chi se ne frega se non ha mai allenato: inizierà. Avrà chi lo aiuterà in campo, una società che lo sosterrà, la capacità intellettuale di saper gestire le situazioni. Mi sarebbe piaciuto fare la stessa cosa all’Inter, ma non è successo…».

ERRORI – «Se avrà tempo di sbagliare? Assolutamente sì: non fai una scelta così pensando “Dio, e se va male?”. Se la Juve si affida a un esordiente assoluto, avrà valutato anche le possibili difficoltà e come aiutarlo».

SUAREZ O DZEKO – «In mezzo a Dybala e Ronaldo posso giocare centravanti anche io… Giocatori troppo diversi: di- pende da quali idee ha Pirlo, le mie non contano».

INTER – «Ora o mai più no. Però Conte è rimasto, la stagione scorsa è finita in un certo modo, si sta facendo un certo tipo di mercato: l’Inter deve giocare per vincere lo scudetto». 

CONTE – «Se ho mai pensato che sarebbe andato via? Mai: le esternazioni di Antonio sono sempre mirate, ma in positivo. Mi sento di dire solo una cosa: dovrebbe smussare un po’ i suoi toni. Il popolo interista le segue, c’è grande entusiasmo: è sulla strada giusta per vincere. Anche se ripartire senza i propri tifosi per l’Inter sarà un handicap anche più che per gli altri».

MERCATO INTER«L’Inter sta andando sul sicuro? E dunque la sensazione è che lo faccia per vincere immediatamente: è l’anno per vincere. Anche perché ci sono altri giocatori, come Barella e Sensi, che hanno un anno in più di esperienza. Anche se mi permetto di dire una cosa, perché l’ho allenato: se ho Nainggolan, mi tengo tutta la vita Nainggolan».

MILAN – «Sta riducendo il gap? Sì, e nel “campionato del Covid” era già stata la migliore assieme al Sassuolo. È un paradosso, ma quello sconquasso al Milan ha fatto bene: prima dello stop era in difficoltà e riprendere senza tifosi è stato un vantaggio, perché alcuni giocatori hanno guadagnato in personalità, non hanno avuto paura di rischiare di più. Pioli è stato fantastico e gli ha dato una grandissima mano Ibrahimovic: personalità e presenza in campo devastanti».

IBRAHIMOVIC – «Un allenatore non guarda la carta d’identità, ma la funzione di un giocatore all’interno della squadra e come la squadra può giocare bene con lui Se sei bravo a 17 anni lo sei anche a 38: avercene così, a 38 anni».

TONALI – «Le racconto questa. Venezia- Brescia 2-1 in B: dopo 20’ restiamo in dieci, è Tonali che provoca l’espulsione, lo massacrano di fischi ogni volta che tocca il pallone. Lui, imperterrito: non si è smosso di un centimetro. Se a 19 anni hai quella personalità, hai anche grande qualità e Pioli è bravo a far crescere i giocatori. In un grande club come Milan capirà presto cosa vuol dire essere in prima pagina, attirare grandi aspettative: un bene, e non fallirà».

GIOCATORE E SQUADRA RIVELAZIONE – «Se guardi i gol estivi dici Osimhen, ma è presto: non per dire che il Napoli potrà lottare per i primi posti. Una squadra il Sassuolo. Grandissimi giocatori e un allenatore visionario come me: idee e il coraggio di portarle sempre avanti».

ALLENATORE CHE INVIDIO – «D’istinto dico Di Francesco: è al mio posto a Cagliari dove meritavo di continuare, ma lasciamo stare… Se ci penso, le ho già risposto: De Zerbi, ed è invidia sana. E’ sempre sul pezzo, ha strutture, possibilità di continuità nel lavoro e una fantastica fortuna: un club che non fa drammi se una volta prende quattro gol».

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