2013

Zeman vuota il sacco e prende le distanze dalla squadra. Ora punto di non ritorno

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Non abbiamo un regolamento scritto, mancano regole e disciplina e quindi è normale che ogni tanto accadano cose che non dovrebbero verificarsi”. Le parole di Zdenek Zeman nella conferenza stampa pre Bologna-Roma suonano come tuoni e fulmini su Trigoria: il tecnico boemo ha vuotato il sacco e chiuso il cerchio intorno ai presunti – verificati o meno – attriti che hanno visto protagonisti lo stesso Zeman e diversi calciatori della sua Roma.

IL CASO STEKELENBURG LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO – “Stekelenburg è un portiere che non partecipa attivamente alla vita del gruppo, parla soltanto l’inglese e gran parte della squadra non conosce quella lingua. Inoltre avrebbe dovuto evitare le dichiarazioni su Goicoechea, inutili e fuori luogo”. Dietro queste parole di Zeman c’è tanto altro oltre alla evidente e definitiva bocciatura del portiere olandese: il tecnico boemo ha da sempre badato non soltanto ai valori tecnici dei calciatori, quanto alla predisposizione al sacrificio e alla vita di gruppo. Fattori ritenuti dallo stesso cardini ineludibili per la buona riuscita dell’opera: Zeman non tollera carenze di tale genere e – dopo aver relativamente deviato da casi analoghi come ad esempio la contemporanea esclusione di De Rossi ed Osvaldo nella sfida casalinga contro l’Atalanta – ha manifestato il suo malessere in tal senso.

UN PUNTO DI NON RITORNO – “Non faccio l’allenatore per me stesso, quando discuto con i giocatori è sempre per agevolare la loro crescita e nel complesso le prestazioni della squadra”. Zeman vuole così lanciare l’ultimo monito alla sua squadra: da ora in poi o si riga dritto o non c’è possibilità di fare bene ed invertire una tendenza che attualmente vede la Roma al di sotto delle aspettative iniziali. Il tecnico boemo ha così preso le distanze da certi comportamenti dell’organico ed ha pubblicamente richiesto una presa di coscienza da parte dei suoi calciatori. Un fenomeno che, in proporzioni più immediate dopo avvenimenti comunque di natura diversa, accadde già con Luis Enrique un anno fa: la piazza romanista non ha dimenticato l’esclusione di De Rossi dalla trasferta di Bergamo a causa dei pochi minuti di ritardo con cui il centrocampista della nazionale si presentò alla riunione tecnica, e più in generale i diversi richiami che l’allenatore spagnolo disseminò nell’arco delle sue tanto discusse conferenze stampa.

IL CAMPO: LE ASSENZE NON PREOCCUPANO ZEMAN – Non occorre acquistare un attaccante al posto di Destro – rottura del menisco esterno ed operazione riuscita, un mese e mezzo di stop n.d.r. – e restiamo così”. Che sfortuna per il giovane attaccante: proprio quando sembrava aver trovato continuità e fiducia nei propri mezzi arriva un imprevisto stop che andrà inevitabilmente a minare il suo rendimento stagionale. Sarà Osvaldo ad agire da terminale offensivo, con Pjanic e Totti ai lati del proverbiale tridente zemaniano, privo anche di Lamela per squalifica. In quel di centrocampo out De Rossi per infortunio ma questo fattore di certo non toglie il sonno al tecnico boemo: Bradley-Tachtsidis-Florenzi sarà il terzetto di centrocampo. L’ultimo cenno al neo-arrivo Torosidis: un altro calciatore greco per Zeman che ha subito manifestato la sua approvazione per l’acquisto dell’ex Olympiakos. Laterale dalla spiccata esperienza internazionale che può occupare con efficacia le due fasce e rappresentare dunque un jolly per la difesa di Zeman: ottima presenza fisica e buoni fondamentali, in ballottaggio già da Bologna con Piris e Balzaretti per comporre – insieme a Castàn ed al recuperato Marquinhos – la linea difensiva a protezione di Goicoechea, giocoforza preferito all’oramai silurato Stekelenburg.

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