2015

Zeman: «Roma triste, mancano regole»

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Lunga intervista al boemo: «Ecco perché venni esonerato»

Zdenek Zeman adesso allena in Svizzera il Lugano con cui sta cercando di salvarsi, sempre con il 4-3-3 come dogma e sempre con i suoi metodi ormai conosciuti da decenni in Italia. Il nostro campionato però non manca a Zeman, libero dai tatticismi italiani e senza la pressione che contraddistingue la Serie A, anche se lascia aperte le porte a un ritorno. L’ultima esperienza a Cagliari non è andata bene, ma è il calcio italiano secondo Zeman a aver toccato il fondo: «Forse è uno dei momenti più critici. Abbiamo lavorato male economicamente ma anche sul piano dell’impegno e del lavoro».

PEP – Zeman è contento per il ritorno di Hiddink a grandi livelli e si sofferma pure sul lavoro di Guardiola: «Pensavo che a Barcellona potessero vincere tutti ma mi ha smentito, ha cambiato il Bayern Monaco e l’ha reso bello, è un tecnico che sa offrire vari modi di attaccare». In questo momento in Italia sono il Napoli e la Fiorentina le squadre che divertono Zeman, soprattutto Sarri si merita i suoi elogi perché il suo modulo lo diverte. Riguardo la Lazio e soprattutto la Roma in seguito afferma: «Hanno organici di spessore, le ultime gare di Garcia sono state tristi. Per me è stato difficile commentare la sconfitta col Barcellona, non si può non giocare in quel modo. Ci fossi stato io si sarebbe detto “le solite squadre di Zeman”».

SASSOLINI – Ci sono dei sassolini da togliere dalla scarpa per il boemo, che sempre sulla Roma aggiunge: «Il mio esonero avvenne dopo un’intervista in cui chiedevo rispetto delle regole, non si può fare a meno di regole. Io a Roma avevo sempre dodici giocatori sul lettino e due bloccati sul Raccordo Anulare, non mi andava bene. Io e la società eravamo diversi nell’analizzare le vicende. Alla Roma vogliono raggiungere il massimo risultato col minimo sforzo». Si parla anche di Juventus e della sua cultura delle vittoria e poi anche del doping dopo il recente caso in Russia, poi si sposta l’attenzione sulla attuale Serie A e lì Zeman è lapidario: l’Inter è la squadra più forte e Eusebio Di Francesco può essere considerato il nuovo Zeman.

VARIE – Stando al ceco, intervistato da Il Corriere dello Sport, il miglior talento italiano è Lorenzo Insigne ma anche Marco Verratti, Domenico Berardi e Federico Bernardeschi vengono apprezzati da Zeman, il quale svela alcuni retroscena della sua carriera: «Mi sarebbe piaciuto lavorare con Boniperti, lui ci capiva di calcio. Sono stato vicino all’Inter due volte sia con Pellegrini che con Moratti. Juventus? Ce l’avevo con chi ci lavorava, non con la Juve in sé. Totti? Si è portato in spalla la Roma per 20 anni, sono contento che non giochi almeno non si dice che la colpa è sua. Dopo Totti il giocatore più forte che ho avuto è stato Boksic, ma dipendeva da come si svegliava…».

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