2014

Zapata: «Allegri poteva far bene al Milan»

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Il difensore punzecchia Inzaghi: «Difficile far bene senza continuità»

L’Udinese è un tuffo nel passato per Cristian Zapata, che in Friuli ha avuto la possibilità di mettersi in mostra per entrare nel calcio d’élite. E’ la prima avventura italiana per il difensore del Milan, che ha conservato il ricordo del rapporto speciale con Totò Di Natale: «All’inizio mi parlava in dialetto napoletano apposta per non farmi capire quel poco di italiano che avevo imparato. E’ un fenomeno. Ogni palla che tocca è gol. La ricetta è semplice: evitare di fargliele arrivare», ha dichiarato il calciatore colombiano ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Bei tempi per Zapata, come quello vissuto l’anno scorso che ora appare lontano perché gli manca la continuità: «E’ difficile gestire una situazione in cui magari giochi bene una partita senza certezza di esserci la volta dopo. Avrei bisogno di fiducia, anche se mi rendo conto che gestire 28 persone è dura».

GLI ALLENATORI – Piccola stoccatina o forse un appello per Filippo Inzaghi? Sta di fatto che l’allenatore rossonero sta facendo bene per Zapata: «Ovviamente ha tante cose da migliorare, come tutti noi, ma ce la sta mettendo tutta per portarci di nuovo in alto. Io spero di tornare presto a essere titolare fisso, perché con la discontinuità è difficile trovare il ritmo». Non è andato bene il post-Allegri a Zapata, che ha parlato anche dell’attuale allenatore della Juventus: «Mi è spiaciuto moltissimo averlo visto andare via dal Milan. Quando sono arrivato qui mi ha aiutato tanto, passare dalla provincia a una big non è semplice. E’ un grande allenatore che a mio parere avrebbe ancora potuto fare buone cose in rossonero».

EQUILIBRIO – Ora, però, le redini sono in mano ad Inzaghi, ma i lavori in casa Milan sono ancora in corso: «Il derby è stato un’occasione sprecata, siamo tristi per com’è andata. Comunque non si vince più anche perché per una squadra come il Milan non fare risultato equivale ad avere molta pressione addosso. E non si va in campo tranquilli.  Abbiamo trovato difficoltà anche perché si è cambiato molto giocatori e moduli. Per me il sistema con cui siamo più pericolosi è il 4-3-3». Chi, invece, sta attraversando un buon momento è Mexes, che è riuscito ad inserirsi e con il quale Zapata giocava in coppia: «Io e lui ci capiamo al volo. Era triste vederlo fuori: ha tanta qualità e esperienza, non mi so spiegare tutte quelle panchine», ha proseguito il difensore, che poi ha preso le difese della retroguardia, che deve semplicemente trovare l’equilibrio dopo aver cambiato molti interpreti. E a proposito di alcuni compagni: «Vedere Rami terzino è stato strano, lui che è grande e grosso. Ma ha fatto bene. De Sciglio? Mattia non deve preoccuparsi, nel calcio capita di non essere al top. Torres? Fernando è uno che dà una mano, lotta e corre. Mario (Balotelli, ndr) andava un po’ per conto suo. Si lavora bene anche senza di lui».

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