Europei
Jannik Sinner: «Io e Spalletti siamo simili»
Le parole di Jannik Sinner, ieri in visita alla nazionale negli USA: «Io e Spalletti abbiamo una cosa in comune: la voglia di appassionare»
Jannik Sinner spesso è stato chiamato in causa anche dagli allenatori di calcio come esempio da seguire. Ieri, negli Stati Uniti, ha incontrato la Nazionale azzurra. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport.
L’ABBRACCIO CON IL CT – «Ci somigliamo. Siamo riusciti, almeno io ci sto provando, a fare una cosa bella, che non è vincere o perdere, ma appassionare gente nuova, ragazzi, adulti. E non soltanto con i successi, ma con la normalità. Nel tennis sta succedendo da un po’: Fabio (Fognini ndr) ha vinto a Montecarlo, Berrettini in finale a Wimbledon, io ho fatto il mio. Sta arrivando tutto in modo normale».
LA NORMALITA’ – «Io sono uno che vive il successo molto tranquillamente. Se perdo, il giorno dopo mi vado ad allenare. Se vinco, il giorno dopo… mi vado ad allenare. Il punto di vista cambia relativamente poco. Spalletti è molto simile»
SPALLETTI HA SPESSO PARLATO DI LUI – «Sì, mi ricordo, ho sentito quando lo diceva l’anno scorso. Chiesa non lo conosco personalmente, ma Spalletti sì e il paragone con lui mi fa piacere. Non sono riuscito a parlargli perché si allenava e non volevo disturbarlo. Sono stato a lungo con Buffon».
LA RIVALITA’ CON ALCARAZ – «A parte che abbiamo appena iniziato, siamo molto giovani. Lui ha vinto più di me, ma più che sui risultati ci confrontiamo sull’emozione. Lavoriamo, ci rispettiamo. Lui è stato già numero 1, ha vinto cose che sono il mio sogno. Se dovessi riuscirci sarei contento, altrimenti alla fine della carriera vorrò essere sicuro di aver dato tutto. Di più non posso fare, crederci e lavorare. Fuori dal campo il rapporto è ottimo».
BERRETTINI – «Abbiamo un rapporto vero. Ha passato mesi molto, molto difficili, ho cercato di stargli vicino ma non troppo per rispetto. La cosa più importante è vederlo giocare. Ha tante qualità, vincerà anche lui tornei importanti, ne sono sicuro. Ma ora è bello che sia qui».