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VOTI&STATS Porto Inter, Acerbi e Dimarco: eroi o no?

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Francesco Acerbi

I voti di Acerbi e Dimarco dopo la qualificazione ottenuta dall’Inter nei quarti di finale contro il Porto

I numeri complessivi sembrerebbero dare ragione a chi parla della qualificazione dell’Inter ai quarti di finale di Champions League come una conquista garantita dal suo muro difensivo. Il Porto ha fatto di più, i nerazzurri hanno “picchiato” maggiormente, ma è anche vero che i pericoli più corposi sono arrivati solo nell’assalto finale, nei minuti di recupero, quando Onana e i pali hanno permesso di raggiungere l’agognato traguardo.

Fatto salvo che un traguardo che mancava da 12 anni come l’ingresso nel G8 europeo non dovrebbe indurre a troppi sofismi, è interessante vedere i giudizi sui singoli in quelle che sono le divergenze. Prendiamo in esame i quotidiani di Milano, Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, per controllare dove non sono andati d’accordo nei casi più macroscopici, laddove invece convergono nel ritenere Onana il migliore con due meritatissimi 8 in pagella e Lautaro il peggiore in campo, anzi, l’unico passibile d’insufficienza con 5,5 dettati da una serie di difetti: poca reattività, poca lucidità e «un tiro senza speranza, perché privo di luce», come «simbolo di una partita fin troppo opaca».

ACERBI – Eroe ai confini della leggenda o semplice autore di una buona prestazione? Gazzetta ne è entusiasta e lo esalta con un 7,5: «Il lavoro che ti aspetti da un centrale: mai in sofferenza, sempre in anticipo, sempre al posto giusto. E pure quando scala da braccetto, resta il migliore». Il giornale generalista non va oltre il 6,5: «Qualche rischio su Taremi, qualche appuntamento in ritardo. Ma usa cuore e testa».

DIMARCO – Qui le parti si capovolgono. Il Corriere della Sera gli dà un convinto 7 e non perché colpito dalla prime scorribande sulla fascia sinistra che hanno caratterizzato l’inizio di partita: «Si dice, anche con ragione, che difendere non è il suo forte, ma se c’è un manuale dei salvataggi, quello su Evanilson è nelle prime pagine, per tempismo ed efficacia. Esulta come per un gol. Quello vero non gli riesce». Il giornale rosa, invece, non va oltre la linea della normalissima sufficienza e motiva il 6 così: «La chiusura su Evanilson vale un gol ed è il pezzo forte di un primo tempo in cui mette in seria difficoltà Pepé. Poi cala di colpo e il cambio è automatico».