Juve-Inter, Allegri e Inzaghi chiudono sulla base di un totale pareggio in (quasi) tutto – VOTI&STATS

Juventus-Inter ha lasciato inalterata la situazione in classifica e il distacco della prima sulla seconda è rimasto di 2 punti. L’1-1 di ieri è il prodotto di un equilibrio che c’è stato in molte voci: le 2 reti a corta distanza temporale, nel più classico dei botta e risposta; la ripresa senza conclusioni in porta, a eccezione di un tentativo nerazzurro; il dominio territoriale, attestato su percentuali quasi identiche (49-51); l’indice di pericolosità (55% per entrambi). A Inzaghi resta il possesso palla, con un netto 65% a proprio favore. Ma è significativo che nella metà campo avversaria Calhanoglu e compagni abbiano trascorso solo il 42% del tempo.
Insomma, anche le statistiche traducono uno spettacolo non esaltante. Quanto ai giudizi relativi agli allenatori, è interessante registrare due letture diverse. Per La Gazzetta dello Sport entrambi sono colpevoli di non avere avuto idee, coraggio e nessun merito che giustificasse la vittoria della propria squadra. Di conseguenza, bocciatura con il 5. Più morbida e assolutoria la valutazione del Corriere della Sera, che pur non lasciandosi incantare da quanto visto, salva i mister con la sufficienza. Ecco i giudizi su chi occupa la panchina.

MASSIMILIANO ALLEGRI – Il 6 viene motivato così: «Come da piano partita, riesce a sabotare il gioco avversario: per carattere, e religione (di gioco) non perdonerà mai il pareggio beccato cinque minuti dopo essere passato in vantaggio». La stroncatura si basa su questo fondamento: «Così è se vi pare, tutti dietro la linea della palla e contropiedi controllati. Nell’ultima mezz’ora, con l’Inter ferma, poteva tentare di più».
SIMONE INZAGHI – La rosea lo descrive in modo simile all’avversario: «Fa pari con Allegri nel risultato e nella filosofia da 0-0. Ritmi bassissimi, manovra spezzettata, tutti dietro e vediamo se Thuram scatta». Per il Corriere della Sera c’è qualcosa di più: «Brava a rimediare subito lo svantaggio, l’Inter si accontenta del pari. Ci sta, ma ci sta anche qualche rimpianto per non aver fatto il proprio gioco fino in fondo».