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VOTI&STATS – Derby europeo: il Milan punta sui dribbling, ma l’Inter ha il fisico

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L’Inter avrebbe anche potuto chiudere il discorso qualificazione, quando Calhanoglu ha colpito al sedicesimo minuto e poteva essere il terzo gol: contando che solo 8 minuti prima le squadre erano ancora sullo 0-0, la confusione rossonera e l’impeto nerazzurro erano situazioni in atto che avrebbero potuto produrre ancora conseguenze forti. Al contempo, il legno colpito da Tonali ha segnalato che nella ripresa il Milan è riuscito a entrare nell’ordine d’idee che una rimonta è ancora possibile o quanto meno ci siano le forze per provarci. Cosa dicono i numeri per i primi 90 minuti? Andiamo ad analizzare quelli più importanti.

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Con 29 tiri complessivi, dei quali non pochi da fuori area, fanno pensare all’urgenza dettata da una gara a eliminazione diretta, per di più indirizzata immediatamente su una situazione di squilibrio. Inoltre, non mancano giocatori in grado di farlo e, probabilmente, anche il filtro dei due reparti di mezzo non è stato impeccabile. L’Inter ha capitalizzato uno dei 3 corner battuti, in Champions League non aveva mai segnato in questa modalità, mentre in campionato aveva colpito 6 volte. Le due squadre si sono equivalse nei palloni toccati in area di rigore. Netto il predominio fisico dell’Inter: più volte i suoi giocatori hanno “mangiato” gli avversari, come dichiara il doppio dei contrasti vinti (12 a 6). Nonostante l’assenza di Leao, il Milan ha effettuato più dribbling: gli ingressi di Messias e Origi in tal senso sono serviti.
I due quotidiani della città presentano unanimità di giudizio su Stefano Pioli e Simone Inzaghi, voto 5 allo sconfitto e 8 al secondo. Ecco alcuni dei capi d’imputazione e delle lodi scritte dal Corriere della Sera e da La Gazzetta dello Sport.
STEFANO PIOLI – Il Milan del primo tempo non ha speranze. Per una ragione molto semplice: «L’Inter va il triplo, vince più duelli, ha la faccia cattiva. Il Milan, terribilmente, no. Sera troppo simile a Riad, con una trequarti leggerissima e inserimenti non letti». Si salva lo spirito, che rende il Diavolo «ancora vivo».
SIMONE INZAGHI«L’Inter sa vincere anche da favorita: quantità e qualità in abbondanza. Paradossale, ma resta il rammarico di non chiuderla»: così scrive il Corriere. La Gazzetta gli fa l’eco: «Partita preparata nel dettaglio, aggressione iniziale studiata e frutti raccolti. Il risultato è stretto rispetto alla prestazione». Il mister azzecca tutto, anche l’ingresso di De Vrij su Origi. Conclusione: «É la sua coppa, questa».

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