Atletico Madrid
VOTI& STATS – Atletico Madrid-Lazio: Simeone da record, Sarri da 5
Tutti i numeri e le statistiche sulla sfida di Champions League tra Atletico Madrid e Lazio. I dettagli in merito
L’impresa per la Lazio era oggettivamente molto difficile. Non è da tutti andare a conquistare 3 punti a Madrid, contro una squadra che davanti al suo pubblico ha una forza che non possiede altrove. Resta, però, la sensazione che qualcosa di più si potesse fare. L’Atletico ha fatto 2 gol, ha avuto un possesso del 57,1%, ha concluso 16 volte in porta contro le 10 dei biancocelesti. Ma, soprattutto, è andato in rete troppo presto, denunciando con lo scatenato Lino tutti i limiti della difesa di Sarri. Mentre davanti, ad esempio a metà del primo tempo, nel momento migliore, un’azione di Pedro decisamente interessante non ha trovato chi riuscisse a finalizzarla.
Voti ai due tecnici: il Corriere dello Sport e La Gazzetta dello Sport concordano, naturalmente formulando analisi diverse. Per il vincitore, che ha confermato la leadership nel girone e potrebbe trovare un’altra italiana agli ottavi (Napoli o Inter) il 7 è più che giustificato. Lo sconfitto, invece, lo è anche dalla critica, oltre che dal punteggio e riceve un 5. Ecco i perché.
DIEGO SIMEONE – Per il Corriere promozione piena, a partire dalla determinazione: «Calciatori con il sangue agli occhi, incarnano il suo spirito vincente. Primo posto meritato». Gazzetta dà i numeri: «Chiude questo girone in Champions con 17 gol fatti e il primo posto nella serata in cui eguaglia il record di vittorie consecutive in casa, ben 20. Per ora una stagione difficile da migliorare».
MAURIZIO SARRI – Da Roma non sono teneri: «Punito in apertura da un errore individuale, però è lui a scegliere e a insistere su Marusic su quella fascia al posto del giocatore più in forma (Lazzari). Gli attaccanti a salve fanno il resto. La Lazio lotta fino al 2-0, poi si arrende». Anche da Milano obiettano sulla formazione messa in campo: «D’accordo, l’Atletico è di un’altra categoria rispetto alla Lazio. Però la sua squadra si arrende senza mai crederci davvero. La scelta di lasciare inizialmente Lazzari e Anderson in panchina convince poco».
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