2017

Vivarini e un Empoli da A: «Ci speriamo, ma ci vorrà tempo»

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Vincenzo Vivarini guida l’Empoli e loda la Serie B: «Qui si gioca il calcio più vero e più bello d’Italia. Sarri…»

Forse ci spera, perché un’occasione del genere non torna spesso. Lo sa Vincenzo Vivarini, 51enne allenatore dell’Empoli che sta volando via in Serie B. In testa a un campionato equilibratissimo, l’obiettivo del tecnico è chiaro: «Per me valgono le parole del presidente alla firma del contratto: «Le consegnerò una squadra competitiva per valorizzare il parco dei giocatori». Poi è chiaro che vincere piace a tutti». In una lega che vede 14 squadre raccolte in cinque punti, è difficile tracciare un bilancio, ma Vivarini sa che ci vorrà tempo per avere qualche certezza: «Fino a marzo-aprile sarà un campionato incerto, solo allora saranno chiari i valori delle squadre. Ma oggi l’ultima può battere la prima: in B si gioca il calcio più vero e più bello d’Italia. Non esiste il divario economico e tecnico fra le grandi e le piccole come in A, qui ci sono valori tecnici, ma anche caratteriali e tattici». Vivarini è convinto che ci siano due favorite in Frosinone e Palermo: «Sono le formazioni meglio attrezzate. Dico Palermo per il blasone e i giocatori in organico, ma anche il Frosinone è forte. Il gioco più bello? Lo gioca il Foggia: palla a terra e velocità».

FAVORITI? – Eppure l’Empoli ha vinto contro il Foggia, ma perso contro l’Avellino: «Avellino è stata una bella lezione per noi: ci ha fatto capire quanto dobbiamo crescere in carattere e aggressività. L’Avellino gioca sulla fisicità, come il Cittadella (altra squadra che ha battuto l’Empoli, ndr): sono squadre che speculano un po’». A “Il Corriere dello Sport”, Vivarini ha ricordato anche l’amicizia con Sarri, di cui è stato assistente a Pescara: «L’anno con Sarri mi ha fatto crescere più di sempre. Ho imparato molto: non solo sul piano del gioco, ma anche sulla gestione del gruppo e sull’organizzazione del lavoro. Ci siamo visti la scorsa estate, era contento del mio arrivo a Empoli». Il tecnico empolese indica anche una sorpresa nel gruppo: «Bennacer, un giovane di grande personalità. Poi ci sono due ragazzi come Traoré e Jakupovic, che non riesco a far giocare, ma sono forti davvero».

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