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Vittorio Cecchi Gori dalla A alla Z

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Vittoria Cecchi Gori dalla A alla Z: una serie delle principali massime dell’ex presidente della Fiorentina

Vittorio Cecchi Gori è un personaggio che ha fatto parlare tanto di sé. Dentro e fuori del calcio, nella Fiorentina, nel cinema, per la vita privata. Qui vogliamo invece far parlare lui con frasi più o meno famose a comporre un alfabeto.

AUTORITRATTO – «Che mi sento una persona sincera e istintiva, intelligente e pittoresca. Non cinica e non spietata, questo è sicuro. Dico la verità: a 59 anni, ancora fatico a capire certi meccanismi crudeli. Ma siccome nasco come un uomo di cinema, non mi dispiace l’ idea di vivere in un film dove ci sia sempre un lieto fine».

BALAUSTRA (DEL FRANCHI) – «Solo adesso, a distanza di anni, mi rendo conto che mi arrampicavo sopra ed era strettissima».

CUPOLA – «Sono felice per i tifosi e per la città di Firenze, ma io con quella società non ho più nulla a che fare. Mi è stata tolta con un complotto, perché io fui uno dei primi a denunciare la cupola del calcio. Truccavano tutto».

DITO – “L’avvocato Gianni Agnelli ogni volta che mi vede ripete: «La frase storica l’ha detta Cecchi Gori: se a Berlusconi gli dai un dito, ti prende il culo”».

ERRORI – «Al rinforzo ho già pensato io e, come dovreste sapere, io non sbaglio mai».

FIORENTINA – «Ho la Fiorentina nel cuore. Ma oggi non è gestita bene. Lasciamo perdere, cambiamo discorso».

GIOCATORI – «Costruirò una Fiorentina sempre più forte, resteranno tutti i campioni e m più arriveranno giocatori in grado di renderci sempre più competitivi, da scudetto. Perché io voglio vincere e perché sono sempre stato il primo tifoso della Fiorentina»

HO (RICEVUTO) – «Durante la settimana ho ricevuto offese che devono trovare risposta. Non si mettono in mano ai bambini delle armi pericolose. Sono pronto a dimettermi, Firenze non merita tutto questo»

INTERMEDIARIO – «Ero a Los Angeles, mentre lavoravo per il cinema lo vidi in tv alla Coppa Libertadores e pensai: questo è perfetto per il calcio europeo. Allora dissi al nostro intermediario: portami Batistuta o non farti più vedere da me».

LEONE – «Batistuta era un leone, un trascinatore».

MAGO – «Berlusconi era prima di tutto un grandissimo imprenditore e tutto il resto era una derivazione del suo talento. Il calcio, la politica, il cinema, sapeva fare tutto, era un mago della comunicazione e degli affari».

NUOTO – «Ho capito che Ranieri è un vincente perché nuotando insieme ha saputo tenermi la scia, a me che sono un ottimo fondista»

OPPORTUNITA’ – «La presidenza non la mollo, su questo non si discute. Al massimo, per qualche mese… diciamo per ragioni di opportunità, in attesa che le acque si plachino, posso autosospendermi dalle funzioni».

POTERE – «Non lo so neanche io che cosa è successo. Non era una questione di soldi, era una questione di potere. E chi non mi voleva bene mi ha massacrato. Se ci penso oggi, a distanza di tanti anni, penso: è vero, quando cadi nella polvere la riconoscenza scompare. Però è vero che con il tempo ho ritrovato persone che mi vogliono bene. In fondo nella mia vita ho fatto tante cose sbagliate ma anche qualcuna giusta».
QUASI (SCUDETTO) – «Quel quasi mi dà fastidio tuttora. Come sempre succede nel campionato italiano, all’ultimo ci sono un po’ di influenze esterne che in qualche modo intaccano il risultato. Subimmo qualche torto, ci fu qualche speculazione sul fatto che Edmundo fosse tornato in Brasile per il carnevale. Non era vero, nel contratto era previsto che dovesse rientrare per presentarsi a un processo. Ci furono malumori. E Batistuta si fece male».

RUI COSTA – «Ero sincero quando dicevo che era incedibile. È un giocatore strepitoso. E non l’ avrei mai ceduto, se poi non mi avessero costretto. Ma a che squadra è finito?».

SOLITUDINE – «Sono rimasto solo. Ho fatto sempre una vita alla grande, però non è vera la rappresentazione che danno i giornali di far vedere che uno svolazza di qua e di là, e quando all’improvviso quest’anno, dopo tanti anni, sto sentendo un po’ di tristezza e avrei voglia di stare con una persona con cui trovarsi bene»

TV – «Hanno pesato i diritti tv. Io avevo un’enorme casa cinematografica, che poteva condizionare l’esistenza di una televisione. E quando si parla di comunicazione allora si toccano i vertici dello Stato. E il calcio aveva il problema dei diritti tv, cosa non risolta perché ancora oggi accadono le stesse cose che accadevano 30 anni fa. Ed è grave, perché io ci ho rimesso le penne per questo».

UNITI – «Se dovessi spaventarmi e scappare per tutte le cose che mi fanno, a quest’ora sarei un gran corridore. Più me ne fanno, più resisto. Qui non dobbiamo scoraggiarci, ma restare uniti»

VENDITA «Dico subito che non la Fiorentina non la vendo, piuttosto la disintegro con le mie mani. La comprò il mi’ babbo, è un fatto affettivo e, adesso, anche economico».

ZONA – «Ho avuto un forte diverbio con il nostro allenatore. Gli ho detto che ha mandato in campo una Fiorentina mascherata, che ha preso gol nell’unica azione fatta dall’Atalanta. E non è la prima volta. La situazione non ci soddisfa. Abbiamo solo 15 punti. Più volte abbiamo suggerito a Radice di modificare il sistema difensivo, il gioco a zona, lui non ci ascolta. Io non voglio sostituirmi all’allenatore ma devo pensare al bene della squadra».