2014

Vidal: «Qui sono a casa, difficile andar via»

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Le parole del centrocampista cileno in vista del big match

JUVENTUS VIDAL – Dopo aver attraversato un momento difficile dal punto di vista fisico, Arturo Vidal sta arrivando al top della condizione per risultare nuovamente determinante per la Juventus. Il centrocampista cileno alla vigilia del big match contro la Roma ne ha parlato ai microfoni di Tuttosport: «E’ stata dura, psicologicamente mi è pesato molto. In questo periodo sono successe tante cose intorno al mio ginocchio che nessuno conosce. In Nazionale mi hanno curato bene per farmi giocare. Se adesso sono guarito perfettamente e possono mettermi a disposizione della Juventus lo devo anche ai medici e allo staff della Nazionale. E io sono sempre felice di andare in Nazionale. Felice e orgulloso».

EUROPA – Vidal ha poi parlato della sconfitta in Champions League contro l’Atletico Madrid, che non ridimensiona le ambizioni della Juventus: «Abbiamo affrontato una squadra forte che imposta il suo gioco in modo molto ostruzionista, che resta nella sua metà campo, aspetta e cerca di fare male in contropiede. E’ arrivata in finale di Champions e continua a essere una delle squadre più forti. Noi abbiamo giocato una partita al loro livello: perfetta no, perché abbiamo perso, però abbiamo giocato senza subire da chi l’anno scorso stava per vincere la Coppa», ha spiegato Vidal, convinto della crescita bianconera anche dal punto di vista dell’atteggiamento oltre che della qualità per l’arrivo di nuovi rinforzi. Ma Vidal è anche rammaricato per aver perso una partita incredibile: «Nessuno poteva credere che l’Atletico riuscisse a segnare un gol giocando così».

ROMA – Ora però la Juventus deve focalizzarsi sull’impegno contro la Roma. Vidal ha la ricetta per superare l’ostacolo giallorosso: «Dobbiamo aggredirli subito. Cattivi come sempre. Non lasciarli respirare, non permettere che esprimano il loro gioco ed esprimere il nostro. Perché quando noi giochiamo al calcio siamo molto forti. Totti? Lui era già grandissimo quando io ero un bambino: è un genio… Però, scusate, ma io non la vedo così: noi giochiamo contro la Roma, non contro Francesco Totti». Capitolo pressione: Vidal è convinto che graverà sulla Juventus, perché ha vinto gli ultimi tre scudetti e perché chi l’affronta gioca sempre la partita della vita.

TALENTI – L’attenzione si sposta poi su alcuni compagni, a partire dal nuovo arrivato Roberto Pereyra: «E’ veloce, tecnicamente buono. E qui può maturare ancora di più. Lo conoscevo bene anche prima: contro di noi faceva sempre delle grandi partite. Abbiamo fatto subito amicizia. Ora deve fare gol. Senza Pirlo? Claudio (Marchisio) sta giocando benissimo in quella posizione. E’ completamente diverso da Pirlo, ma stiamo andando bene. Andrea ha un altro piede e vede meglio la giocata, Claudio è più dinamico e aiuta molto la squadra. Per me cambia poco in linea di massima, il mio gioco rimane lo stesso. Pogba? E’ cresciuto tanto, ma gli manca ancora un po’: sta diventando un grande giocatore. Adesso è consapevole della sua forza e si prende le sue responsabilità, oltre che le attenzioni degli avversari».

GLI ALLENATORI – Inevitabile il confronto tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri: questione di carattere per Vidal, ma anche di metodi, ma i due tecnici in comune hanno la voglia di vincere per il cileno. L’addio di Conte è stato comunque uno choc: «Anche perché ero in vacanza, non capivo cosa stava succedendo. E non avevo mai visto nella mai vita un allenatore che se ne va dopo tre campionati vinti».

MERCATO – Spazio poi alle indiscrezioni di calciomercato e alle voci circolate in estate sul suo possibile addio alla Juventus: «Mai una volta ho chiesto al mio procuratore o alla Juventus se stava succedendo qualcosa. Ho un patto con il mio agente: se c’è qualcosa di concreto mi avvisa. E lui non mi ha mai avvisato. Non so esattamente cosa sia successo durante i mesi estivi, ma non credo nulla di veramente importante, altrimenti mi avrebbe detto: Arturo, c’è questa possibilità… Posso solo dire che io a Torino mi trovo veramente bene. Qua sono felice, mia moglie è felice, ama Torino, mio figlio Alonsito è felice qui e anche la piccola. Per me la condizione della mia famiglia è più importante dei soldi e di qualsiasi altra cosa. Alla Juventus sono felice, è casa mia: è sempre difficile andare via da casa propria, no?». 

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