2016

Vicenza, Lerda: «Abbiamo alzato la testa»

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Sul Cagliari: «Ottima squadra ma dobbiamo guardare a noi stessi»

E’ alla ricerca di punti salvezza il Vicenza, atteso domani dalla ostica sfida contro il Cagliari. Questa l’analisi del tecnico biancorosso Franco Lerda in conferenza stampa: «La squadra ha ora il morale più alto, abbiamo alzato la testa, c’è più autostima e fiducia. Abbiamo lavorato bene anche se si è trattata di una settimana particolare perché più corta. C’è stato tuttavia il tempo sufficiente per preparare bene la partita. Stamattina abbiamo rifinito con concentrazione, desiderosi di uscire da questo momento. A me interessa che la risposta psicologica sia stata di un certo tipo, poi tutto passerà per il campo. Il gruppo si è messo a totale disposizione. Ho chiesto a Brighenti, anche se squalificato, di essere presente con noi perché è importante la sua presenza», ha continuato Lerda. «Non ho rivoluzionato nulla, la dislocazione degli uomini in campo cambia poco. Cerco di mettere i calciatori a disposizione in modo equilibrato e razionale il più possibile. Nel corso della gara avremo magari la possibilità di muovere le pedine ma senza perdere l’equilibrio. In porta? Parte Benussi perché questa settimana Vigorito ha accusato il riacutizzarsi di un dolore alla spalla e non ha potuto allenarsi con una certa continuità».  

CONTINUA LERDA – Ecco quanto riportato dai nostri colleghi di Cagliarinews24.com: «Cagliari? Chi sia l’avversario di domani per noi cambia poco. Dobbiamo guardare a noi stessi, a quello che abbiamo preparato con il giusto atteggiamento. Il Cagliari è un’ottima squadra, reduce da un periodo non buono ma ripeto per noi vale guardare solo in casa nostra. Il mio è un calcio molto pragmatico, la mia squadra deve essere corta, saper attaccare in blocco e difendere in blocco. Il resto sono dettagli. Questo implica che la squadra corra e ci sia predisposizione al sacrificio. Domani mi auguro di vedere già alcune cose che abbiamo provato in allenamento. Quello che conta era vedere la risposta della squadra e lo ha saputo dimostrare molto bene. I calciatori sono i primi a riconoscere che possono fare meglio, ho avuto colloqui a livello individuale con tutti loro. Il calcio non è scienza, casomai si avvale della scienza. I numeri, i dati, i parametri che rileviamo sul campo li devo sfruttare per quello che sono, senza troppi condizionamenti, quello che conta è la palla che deve sempre viaggiare. Scacciamo la paura dalla nostra testa, questa è la chiave. Per fare bene e trovarsi sulla giusta strada servono coraggio, personalità, autostima, fiducia».

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