2020

Verratti: «Spero che in futuro si rispetti di più la Ligue 1. Farò di tutto per giocare in finale»

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Marco Verratti ha parlato in conferenza stampa in vista della finale di Champions League contro il Bayern Monaco

Marco Verratti, centrocampista del Paris Saint Germain, ha parlato in conferenza stampa in vista della finale di Champions League contro il Bayern Monaco.

PSG – «Non mi sono mai pentito della mia scelta, anche perché ho sempre potuto allenarmi e giocare con grandissimi giocatori, e disputare ogni anno la Champions. E anche se siamo alla prima finale, abbiamo cominciato ogni volta la competizione considerandola un obiettivo».

BAYERN MONACO – «Una squadra molto forte, ben organizzata in difesa e attacco, fisica e tecnicamente di qualità e abituata a questo tipo di appuntamenti. Anche loro meritano di essere in finale».

LIGUE 1 – «Magari dall’estero si pensa sia un campionato facile, ma noi che ci giochiamo sappiamo quanto sia duro. Magari è meno tattico rispetto alla Serie A, ma è più fisico. In semifinale c’erano due squadre francesi. È una buona cosa per tutto il movimento francese, spero che in futuro si rispetti di più la Ligue 1».

FINALE – «Sono convinto che il lavoro duro alla fine paga. Abbiamo vissuto momenti difficili, ma fa parte di un processo, in una competizione molto difficile, dove ogni anno almeno 5-6 squadre possono candidarsi al titolo. Anche per questo è bello viverla questa finale, ma non dobbiamo accontentarci. La finale non va giocata prima nelle nostre teste, per non arrivare senza energie a domenica. Non c’è mai stato un vero patto per vincere la Champions tra di noi, ma solo l’obiettivo chiaro e di dare tutto in campo per non avere mai rimpianti».

INFORTUNIO – «È stato un infortunio imprevisto e anche doloroso ma ora sto meglio, ormai ho ripreso gli allenamenti con il resto della squadra. E farò di tutto per esserci nei 23. Ci resta una partita, la più importante per il club e per ciascuno di noi giocatori. Davanti abbiamo una squadra che ha la stessa voglia nostra, ma non possiamo fermarci qui».

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