2020
Verona Roma: non basta uno Spinazzola incontenibile a sinistra – ANALISI TATTICA
La Roma non riesce a sbloccare la gara contro il Verona nonostante uno Spinazzola incontenibile a sinistra. Fonseca si lamenta della mancanza di un centravanti
Il campionato di Verona e Roma comincia con un pareggio a reti inviolate al termine di una gara caratterizzata comunque da un’ottima intensità. Nonostante abbia spesso sofferto l’aggressività del pressing scaligero, i giallorossi hanno tirato ben 21 volte in porta (14 di queste nel primo tempo). I padroni di casa sono però cresciuti molto nella ripresa, alzando il baricentro e mettendo la Roma in difficoltà.
Pedro e l’attacco leggero
Le due squadre sono scese in campo con moduli speculari. Nel 3-4-2-1 romanista, Fonseca ha lasciato in panchina un Dzeko prossimo alla cessione, schierando Pedro come nove (trequartisti Mkhitaryan e Pellegrini). Nel reparto arretrato, Cristante ha agito nell’insolita posizione di difensore centrale. Juric ha invece schierato gli esordienti Tameze e Tupta alle spalle di Di Carmine, con Danzi mediano in coppia con Veloso.
L’Hellas ha iniziato con grande aggressività il match, applicando il consueto pressing fortemente orientato sull’uomo (stile Gasperini, mentore di Juric): ciò era favorito anche dal modulo speculare avversario, che portava a duelli individuali a tutto campo. Il Verona cercava di recuperare in alto il pallone, aggredendo la costruzione giallorossa fin dalle fondamenta. Quando Pellegrini, Pedro e Mkhitryan si abbassavano, i difensori scaligeri li seguivano nella trequarti avversaria con grande personalità.
La Roma ha quindi incontrato diverse difficoltà nel consolidare il possesso: Diawara e Veretout in particolare hanno sofferto le marcature di Veloso e Danzi, i giallorossi non sono sempre riusciti a risalire palla a terra. Sono anzi stati costretti tante volte al lancio lungo da un Verona che ha iniziato il campionato con grande aggressività. Mirante è stato spesso indotto all’errore, con qualche appoggio sbagliato di troppo. Insomma, abbiamo visto la solita grande personalità dell’Hellas in fase di non possesso
In due momenti diversi della gara, il Verona mantiene comunque un altissimo pressing nella trequarti giallorossa. Per la Roma è difficile trovare l’uomo libero. Da notare, nella prima slide, i difensori che accorciano in avanti.
Per superare il pressing avversario, i capitolini hanno dunque cercato di arrivare velocemente alle punte. Pedro, Mkhitaryan e Pellegrini giocavano infatti molto vicini tra di loro. Lo scopo era quello di manomettere le marcature a uomo di Juric con la tecnica, con rapide combinazioni centrali di prima: “dai e vai” che mandassero fuori posizione i difensori.
Nel primo tempo, ciò ha funzionato con buona continuità. Come detto da Paro (il vice di Juric) in conferenza stampa, basta lasciare pochi metri a giocatori di simile talento per andare in difficoltà. Pur senza una prima punta fisica come Dzeko (un maestro nel pulire palloni sporchi che arrivano dal basso) la Roma riusciva spesso a risalire appoggiandosi sulle combinazioni tra i propri attaccanti, i quali hanno fatto vedere scambi di pregevole fattura. Mandavano fuori posizione i difensori avversari e creavano così spazi da aggredire.
Due situazioni in cui la Roma risale verticalizzando sulle punte. Da notare come fossero molto strette e vicine per associarsi e combinare sul breve.
Come si vede anche nelle slide sopra, i quinti della Roma erano sempre alti e puntuali nell’accompagnare l’azione offensiva: di conseguenza, le punte potevano allargare il gioco in ampiezza.
Da segnalare soprattutto la prova di Spinazzola, che quando ha potuto puntare Faraoni ha seminato il panico. L’ex Juve ha costantemente generato superiorità numerica, con ben 6 dribbling riusciti su 7 tentati. Ha anche confezionato la bellezza di 4 passaggi chiave, facendo tirare diverse volte Pedro da posizioni pericolose. Nel finale, ha centrato la traversa con una bellissima conclusione dalla distanza, sfiorando un gol che si sarebbe meritato.
La crescita dell’Hellas
Oltre ad aver rischiato abbastanza, nel primo tempo il Verona ha anche faticato a risalire il campo e consolidare il possesso. Non riusciva a superare il pressing giallorosso, per questo esasperava il lancio lungo alla ricerca di Di Carmine (addirittura 24 passaggi lunghi per Silvestri). Non a caso, le uniche occasioni della prima frazione sono arrivate proprio da sponde del numero 10, negli unici frangenti in cui è riuscito a prevalere nei duelli aerei. Di Carmine si è confermato una pedina preziosissima nella risalita del campo, grazie a un grande lavoro spalle alla porta.
L’azione del palo di Tameze nasce da un lancio lungo da dietro. Di Carmine arriva sul pallone e di testa serve Tameze. Solo in questo modo il Verona riusciva ad arrivare nella trequarti avversaria.
Nel secondo tempo, l’Hellas è cresciuto molto. Oltre a una maggior brillantezza e un’ottima tenuta fisica, i padroni di casa hanno ostacolato meglio il palleggio giallorosso. La Roma ha faticato maggiormente ad arrivare alle punte, le combinazioni tra gli attaccanti ospiti hanno pagato meno dividendi rispetto alla prima frazione.
Come detto da Paro in conferenza, il Verona ha leggermente aumentato il livello di intensità, costringendo i giallorossi a giocare più palle sporche e ad impedire meglio le ricezioni per le punte. L’Hellas è così riuscito a recuperare più facilmente palla: Pedro, Mkhitaryan e Pellegrini hanno avuto meno spazio rispetto alla prima frazione, con i difensori del Verona che hanno accorciato molto bene su di loro. In quei frangenti, la Roma ha patito l’assenza di una prima punta in grado di fare salire la squadra. Nelle interviste post match, Fonseca ha detto che alla Roma manca assolutamente un centravanti (vedremo se si sbloccherà nei prossimi giorni l’operazione Milik).
Inoltre, con l’ingresso di Zaccagni al posto dell’impalpabile Tupta, il Verona ha occupato meglio il fronte offensivo: ha trovato più ricezioni tra le linee ed è arrivato con più facilità dalle parti di Mirante.
In questa slide, Cetin anticipa un Mkhitaryan troppo fermo. Nella ripresa, gli attaccanti della Roma erano molto più statici rispetto alla prima frazione, i difensori dell’Hellas li hanno spesso anticipati.
La Roma può rammaricarsi per non aver sbloccato la gara nel primo tempo, quando ha avuto diverse occasioni per segnare e mettere così la partita in discesa. Al contrario, Juric può essere soddisfatto per la prova dei suoi. Nonostante le assenze e un undici senza grande qualità, si è visto il solito intenso Hellas Verona, una squadra in grado di mettere in difficoltà chiunque.
Nel post match, Paro ha però detto un qualcosa che suona quasi come un appello per la società: se si vuole replicare la stagione scorsa e avere una squadra competitiva, c’è assolutamente bisogno di giocatori nuovi.