2013
Verona, in casa solo la Juve come te! I fattori di una partenza col botto
E’ la squadra di Mandorlini oggi la vera novità della Serie A
SERIE A HELLAS VERONA – Ventidue punti, sette vittorie sulle dodici gare disputate con l’impressionante dato del bottino pieno ottenuto tra le mura amiche del Bentegodi: sesto posto in classifica alle spalle delle cinque forze inarrivabili di questo campionato e, per intenderci, davanti a realtà decisamente più accreditate quali Milan, Lazio e Udinese. E’ il Verona di Mandorlini la vera novità della Serie A.
IL RENDIMENTO INTERNO – Spettacolare, strepitoso. Difficilmente commentabile un andamento così totale come quello palesato dall’Hellas nelle sfide interne: sei vittorie ottenute in ogni salsa, sia in assoluta conduzione della gara che in rimonta dimostrando anche un certo carattere difficilmente preventivabile considerando che siamo di fronte ad una neopromossa. E’ vero, al Bentegodi è passato soltanto il Milan nel gruppo delle grandi squadre della Serie A, ma non era scritto da nessuna parte che il Verona dovesse avere la meglio su avversarie quali Cagliari, Sampdoria e Parma. E’ così che la banda Mandorlini ha edificato il suo attuale sesto posto: impresa ardua restare a determinati livelli, ma se il Verona saprà rendere maggiormente redditizia la sua proposta di gioco anche lontano dalla sua casa gli obiettivi di grandezza non sono giocoforza preclusi.
I FATTORI DI UN AVVIO RECORD – Innanzitutto la continuità: premiata la scelta di proseguire con Mandorlini, premiata la scelta da parte di quest’ultimo di mantenere l’impianto tattico base che un anno fa era valso al Verona una meritata promozione nella massima serie. La difesa ha ballato, soprattutto nelle gare esterne, ed è questo un elemento su cui lavorare al netto di evidenti difetti strutturali: tutt’altra musica dal centrocampo in su. Il diktat è stato quello di premiare la proposizione attiva di gioco: il 4-3-3 di Mandorlini prevede una mediana che, con Jorginho da regista affiancato ai lati da Romulo ed Hallfredsson, è assolutamente più propensa alla fase offensiva che a quella di interdizione del gioco avversario. Pena una tenuta difensiva che, già sofferente di per sé a causa dei difetti d’organico anticipati, fa tanta fatica. Nel corso del primo spezzone di torneo Mandorlini ha provato a garantire più copertura alla squadra privandosi di una pedina quale Hallfredsson in luogo del più difensivo Donati: il risultato ha lasciato in eredità una squadra non in grado di muoversi secondo le dinamiche che le sono congeniali ed il tecnico gialloblu è tornato sui suoi passi originari.
IL RESTO LO FA UN ATTACCO DINAMICO E PROLIFICO – Ai lati offensivi del 4-3-3 veronese si alternano i vari Martinho, Iturbe, Gomez e Jankovic: tolte le realtà d’elite del nostro panorama calcistico è arduo trovare squadre che possano vantare in tale fetta di campo tanta qualità e risorse alternative. Iturbe – potenzialmente un crac nell’immediato futuro – e i confermatissimi Martinho e Gomez (fattori basilari della promozione dalla serie cadetta) sono a quota due gol ma ad impressionare è la dote di assist che questi attaccanti esterni portano con loro: ne ha giovato e si è esaltato l’evergreen Luca Toni, le cui capacità realizzative non possono rappresentare una novità ma elemento del tutto nuovo è l’attitudine a giocare per la squadra e fornire assist ai suoi compagni di squadra, segno indelebile dell’efficacia della proposta calcistica di casa Verona. Un Jorginho letale dal dischetto ed oramai con gli occhi delle grandi fissati addosso ha in tal senso fatto il resto. Gli obiettivi di questo Verona? Difficile dirlo, più facile ipotizzare il rientro di realtà decisamente più calibrate quali Milan, Udinese e Lazio. Considerando i primi cinque posti inattaccabili, può sicuramente però disputare un grande campionato e porre le basi per un seguente e strutturato rafforzamento.