2020
Verona Atalanta: Zapata ha scardinato la difesa gialloblù – ANALISI TATTICA
L’Atalanta si è aggrappata molto alle sponde di Zapata per creare occasioni. Non è però bastato per sconfiggere l’Hellas Verona di Juric
L’Hellas Verona di Juric si conferma un avversario tremendamente ostico anche per le prime della classe. Dopo aver sconfitto la Juventus e pareggiato contro Inter e Lazio, gli scaligeri hanno fermato la marcia di un’Atalanta che sembrava implacabile. Tanto rammarico per Gasperini, soprattutto per essersi fatti rimontare subito dopo aver trovato il gol del vantaggio, proprio quando la gara sembrava ormai in discesa. Il discepolo, Juric, è riuscito a fermare il suo maestro.
Salcedo è sovrastato da Palomino
Anche se negli ultimi metri è forse mancato il cinismo di altre partite, va detto che senza palla l’Atalanta è stata convincente. L’Hellas non è una squadra che costruisce in modo pulito dal basso, ha anzi una bassa resistenza al pressing (non a caso, è la formazione che in Serie A alza di più il pallone). Proprio per questo, gli ospiti hanno aggredito con decisione gli avversari in alto, approfittando dei moduli specular i(3-4-2-1) per essere sempre in parità numerica. Le tre punte andavano sui difensori dell’Hellas, mentre Hateboer e Gosens erano sempre precisi nell’accorciare su Faraoni e Lazovic quando questi si abbassavano.
Il pressing a uomo della Dea. Hateboer si alza su Lazovic.
In particolar modo, è stato degno di nota il lavoro di Pasalic e Freuler, che si dovevano occupare di Miguel Veloso e Amrabat. I due mediani erano tempestivi e puntuali nel marcare i due centrocampisti scaligeri, con il Verona che raramente li ha trovati liberi poiché venivano seguiti dappertutto. L’Hellas ha quindi lanciato tante volte lungo per le punte, proprio perché non c’era modo di risalire palleggiando sul breve.
Le marcature a uomo della Dea, con Freuler che alza la propria posizione per andare a prendere Amrabat. Pasalic si occupa invece di Veloso.
I padroni di casa si sono aggrappati ai passaggi alti per Salcedo, nella speranza che l’italo-colombiano vincesse i duelli con i difensori avversari e facesse così risalire la squadra. Per sua sfortuna, Palomino si è rivelato un avversario particolarmente insidioso. Ha sempre accorciato bene su di lui, facendo valere il fisico: non a caso, ha vinto ben 4 contrasti in 68′ ed effettuato 2 intercetti. Come al solito, l’argentino ha quindi consentito alla Dea di recuperare tanti palloni in zone piuttosto avanzate del campo.
Lancio lungo da dietro per Salcedo. Palomino lo sovrasta fisicamente e recupera palla.
Anche se ha sofferto spalle alla porta (come è normale che sia contro i difensori di Gasperini), Salcedo ha comunque mostrato buone qualità quando ha potuto puntare l’avversario, grazie a un’ottima tecnica e a una notevole rapidità.
I compiti di Zapata e Pasalic
L’Atalanta ha avuto un’evidente supremazia territoriale, attaccando costantemente in spazi molto stretti. Per manomettere le marcature a uomo di Juric e arrivare dalle parti di Silvestri, Gasperini si è aggrappato molto alle qualità di Zapata spalle alla porta. L’Atalanta ha cercato il colombiano in modo molto più diretto rispetto al solito. L’ex Sampdoria, che era solito decentrarsi a sinistra, doveva portare fuori posizione Gunter per creare spazi da fare aggredire ai compagni.
Questo è uno dei modi migliori per bucare un sistema difensivo a uomo. Ossia, fare uscire i difensori avversari, grazie al movimento senza palla da parte delle punte, e attaccare i varchi che si formano.
Si vede nella slide sopra. Nella prima, Malinovskyi si apre, con Empereur (il terzo centrale di sinistra) che esce sull’ucraino. Nella seconda, Zapata e Djimsiti portano fuori posizione Gunter e Rrahmani, con Gosens che si butta in mezzo.
Oltre alla qualità dei movimenti senza palla, il colombiano è stato fondamentale come sponda per i compagni. Questo è stato il modo con cui l’Atalanta ha creato più spesso occasioni da rete. Si serviva Zapata spalle alla porta, il quale poi faceva da parete per gli inserimenti dei giocatori atalantini. Il colombiano ha manifestato un vero e proprio dominio fisico sui difensori avversari.
L’Hellas non è riuscito a contenere bene questa situazione, che ha portato a grossi pericoli. Basti pensare che Zapata ha realizzato ben 5 passaggi chiave (cifra elevatissima per una prima punta), e che le migliori occasioni del match sono nate proprio da sue sponde per Pasalic, Gomez e Malinovskyi.
Due sponde di Zapata che portano a pericolosi tiri di Gomez e Malinovskyi. Il colombiano è stato un determinante generatore di spazi, muovendosi molto. Basta vedere come nella prima slide sia sul centro-sinistra, mentre nella seconda è più spostato a destra.
Il croato ha approfittato di questo contesto, con diversi buoni inserimenti nel primo tempo. Proprio lui, a inizio gara, ha avuto una delle occasioni migliori del match, sempre su sponda di Zapata che ha portato Gunter fuori posizione (aprendo così il varco in mezzo alla difesa).
Pasalic agiva in teoria da mediano, ma si scambiava spesso la propria posizione con Malinovskyi. L’ucraino restava bloccato, mentre il croato si buttava dentro. Queste sono le tipiche rotazioni che rendono l’Atalanta una squadra estremamente fluida in avanti, con movimenti molto difficili da leggere per le difese avversarie. Anche così si spiegano i 100 e più gol.
L’occasione di inizio match. Pasalic aggredisce gli spazi liberati da Zapata (che fa anche da parete), mentre Malinovsky resta bloccato.
Il pareggio di Pessina pochi minuto dopo il vantaggio di Zapata è stato un brutto colpo per la Dea, ha rimesso in salita una partita che sembrava ormai in discesa. Nell’ultima mezz’ora, l’Hellas ha mantenuto una forte concentrazione difensiva fino alla fine: continuava a fare molta densità in mezzo e a coprire bene la palla.
Complice il caldo e la stanchezza, negli ultimi minuti la Dea è stata piuttosto statica, con i giocatori concentrati in pochi metri. Non è più riuscita ad allargare il gioco e aprire la struttura difensiva dell’Hellas. Di conseguenza, i padroni di casa hanno resistito bene al forcing ospite, grazie a una concentrazione e compattezza degne di nota.
Si vede nella slide sopra, con l’intero Verona corto in pochissimi metri. L’Atalanta è troppo stretta, al Papu mancano soluzioni di passaggio.
Nonostante il rammarico per la vittoria mancata e per un po’ di scarsa lucidità negli ultimi metri, Gasperini in conferenza stampa ha speso parole positive sulla prestazione. Il Verona è un avversario molto otico, e con un tale caldo non era scontato riuscire comunque a imporsi su ottimi livelli di intensità. Nonostante il meteo avverso, è stata comunque una gara piacevole e ricca di contenuti tattici da parte di due delle squadre migliori di questa Serie A.