2014

Ventura: «Torino senza cuore e ferocia»

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E poi ai tifosi: «Chiedo scusa a chi è venuto a Helsinki»

EUROPA LEAGUE TORINO VENTURA – Si sono sentite in tutto lo stadio le urla di Giampiero Ventura dopo la sconfitta del Torino in Europa League contro l’HJK Helsinki. Caduta sotto i colpi della Cenerentola del girone, la squadra granata si è complicata la vita. Delusione e tensione nel volto di Giampiero Ventura in conferenza stampa: «Non sono i singoli episodi a fare male, quanto l’insieme. Non era la partita che il Torino voleva fare, non ci nascondiamo. Non abbiamo né vinto né fatto un contrasto, così non puoi ottenere un risultato. Questa partita mi ha ferito molto. Sono ferito e amareggiato. Chiedo scusa ai tifosi che sono venuti fino a Helsinki per vedere questa partita. Questa gara deve consentire a tutti quanti di fare una riflessione ampia: a me, alla società e ai giocatori», ha dichiarato l’allenatore del Torino.

SENZA FEROCIA – Non salva nessuno Ventura, che ci va giù pesante: «Che cosa mi ha ferito? La mancanza di cuore. La mancanza di tutto. E’ mancato tutto, non c’è altro da dire. Così non puoi vincere. E dirò di più: anche se l’avessimo pareggiata al 4′ il succo del mio discorso non sarebbe assolutamente cambiato, non avrei commentato la partita in maniera differente. Io sono abituato a non fare proclami e a parlare sempre poco: dovrebbe essere così sempre. Io sostengo che se una squadra vuole ottenere un risultato deve giocare a calcio: questo significa avere determinazione, rabbia, ferocia agonistica. Serve semplicemente questo. E io questo non l’ho visto».

UMILTA’ – Ha chiesto umiltà Ventura alla squadra, ma è apparso anche insoddisfatto per le scelte di mercato della dirigenza, perché al Torino manca qualcosa in qualità: «Questo è stato uno dei momenti meno belli da quando sono a Torino. Non per la sconfitta. Forse non sono riuscito a farmi capire. Di sicuro se non caveremo fuori qualcosa di buono da questa lezione vorrà dire che andremo incontro a un campionato di sofferenza. Ma serve un bagno di umiltà generale. Dobbiamo dimenticare tutti da dove veniamo, qualcuno arriva dalla B qualcuno da due, tre, sei mesi di stop. E dico proprio tutti. E nei tutti mi metto anche io».

DESTINO – Infine, Ventura, che si aspetta una crescita da parte del gruppo, ha caricato l’ambiente: «Se la vediamo come un semplice ko e basta e non la analizziamo allora diventa qualcosa di negativo. Dobbiamo avere l’umiltà, tutti, di calarci nella parte e cercare di capire i perché di questo. Solo così possiamo trasformare in positiva una serata negativa. Onore all’Helsinki. Come noi abbiamo vinto perché loro hanno giocato male all’andata, stavolta loro hanno vinto perché noi non abbiamo fatto bene. Ora siamo artefici del nostro destino: vincere in Finlandia voleva dire prendere le cose con più calma, ma ora dobbiamo vincerne almeno una. Se ce la faremo non cancelleremo i 4 mesi di lavoro di questa stagione e manco il campionato scorso». 

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