2017

Ventura ha ragione: l’Italia di Sacchi? Non esaltava nessuno – VIDEO

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La reazione di Ventura alle critiche di Sacchi dopo Italia-Albania, pubblicate sulla Gazzetta dello Sport, ha unito tutto il paese: la conferenza stampa ha mostrato il grande orgoglio del commissario tecnico azzurro

Della conferenza stampa di Giampiero Ventura, alla vigilia dell’amichevole Olanda-Italia (vinta 2-1 dagli azzurri), ha colpito la sfrontatezza del commissario tecnico azzurro. In particolare hanno sorpreso le parole su Arrigo Sacchi, che sulle pagine della Gazzetta dello Sport aveva commentato in maniera piccata la prestazione offerta dalla nazionale contro l’Albania, parlando di una prova “poco spettacolare”. La sparate dell’ex leggenda del Milan hanno sempre dato fastidio a tanti addetti ai lavori: da Ibrahimovic, passando per Allegri, fino ad arrivare a Montella, che a volte hanno anche risposto per le rime proteggendo il proprio lavoro. E per la prima volta l’opinione di Ventura ha unito tutta Italia, perché Sacchi avrebbe potuto certamente cogliere l’occasione per tacere. O quanto meno per essere un pizzico più malleabile nel valutare la nuova Italia che sta crescendo a piccoli passi. Ma l’uscita sull’Italia di Ventura si è rivelata un autentico autogol, vista la ferma e decisa reazione del ct azzurro in conferenza stampa: «Sono rimasto un po’ deluso e un po’ curioso. Ho sempre considerato Arrigo un punto di riferimento per il calcio, vorrei che rimanesse tale – rincara la dose l’ex allenatore del Toro in riferimento alle parole di Sacchi dopo Italia-AlbaniaAllora sono andato a rivedermi alcune partite della sua Nazionale, in particolare dei Mondiali di Usa ’94: in Italia-Irlanda si è tirato in porta per la prima volta dopo 70 minuti, col Messico abbiamo avuto grandi difficoltà. Quella nazionale non era proprio come il suo Milan. Credo che ci voglia un pizzico di rispetto, che deve essere reciproco, e di riflessione in più».

Sacchi non si accontenta

Ventura è parso fermo, lucido, sicuro delle proprie idee. E ha ragione, perché se è vero che quest’Italia non incanta è altrettanto vero che il tempo per migliorarla è ridotto ai minimi termini. Il ct sta provando anche a gettare le basi per un ricambio generazionale che, nemmeno lo straordinario Conte, aveva avuto il coraggio di mettere in pratica. Determinate scelte richiedono settimane, se non addirittura mesi. Oltretutto, l’inserimento dei giovani in nazionale non ha alterato l’equilibrio dei risultati: l’Italia vince anche contro l’Albania, subisce poco, concede soltanto l’onore della presenza agli avversari e per adesso, nelle qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018, ha solamente concesso un punto alla Spagna, non esattamente l’ultima arrivata. Eppure Sacchi non è mai contento, storce il naso e dimostra di avere poca memoria: l’Italia vista a Usa ’94, sebbene sia stata confortata dai risultati, non ha mai incantato a livello di prestazioni offerte. Con il martire Baggio costretto a trascinarla fino alla finalissima contro il Brasile, emblema della forza di un singolo all’interno di un collettivo tutt’altro che spettacolare (nonostante quella spedizione fosse una delle migliori della storia). Un po’ di prudenza, nel giudicare il lavoro altrui, sarebbe consigliabile. Soprattutto perché il grande “moralizzatore” è ormai da tanti, troppi anni lontano dalle dinamiche di campo e si ritrova a spiegare calcio direttamente dai comodi salotti della televisione o attraverso le pagine dei quotidiani nazionali. Legittimo e corretto, ma spesso stucchevole, considerando il tenore delle polemiche e la solita cantilena dedicata a tutti gli allenatori. A meno che questi non si chiamino Guardiola o Ancelotti. E allora viva Ventura e viva le critiche, che per una volta toccano anche al leggendario Sacchi, che resterà tale anche ammorbidendo certi giudizi.

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