2015
Varese, Cassarà: «Una riformatio etica per il calcio»
Cassarà ha parlato dei suoi progetti per il club lombardo
Pierpaolo Cassarà è il nuovo presidente del Varese. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Cassarà parla del suo passato, del genoma che lo colpì da piccolo, e della vita tra libri di giurisprudenza e album dei Rolling Stones. Poi, il calcio. Cassarà si incontra con D’Aniello, direttore generale del Varese, e va subito in banca a fare un bonifico di 170mila euro per pagare stipendi e contributi. Il giorno dopo era il nuovo presidente.
I PROGETTI – Cassarà però parla anche del presente, ovvero dei suoi progetti per il Varese: «E’ stata una scelta razionale ma con l’irrazionalità di scelta. Ero anti-calcio, consideravo plebe chi andava allo stadio. Ma nel mio egocentrismo ho deciso di dare una riformatio etica al calcio, che oggi si basa solo su aspetti economici. Scendere di categoria non vuol dire ridurre. Dobbiamo risvegliare il senso civico della gente, anche chi non ha interesse per il calcio. A suon di 200mila euro alla volta ci stiamo riuscendo, l’umiltà di una briciola può valere il mondo. Chi c’era prima ha portato valangate di soldi e non ha risolto il problema, forse l’ha peggiorato, agendo in maniera premeditata senza coscienza». Nessun fallimento dunque? «No, la situazione non è così grave. Ma forse questa è l’ultima chance. Il valore culturale del calcio è quello che porta avanti Papa Bergoglio: la Chiesa è caduta in un abisso e si sta rialzando perché il Papa trasmette il bene. Io allo stesso modo voglio fare il bene del Varese».