2017

Var, la Spagna vuole esportarlo in Liga

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Il successo del Var viene riconosciuto in Spagna, dove pensano di importarlo dall’Italia. Nicchi su Montella: «Dovrà abituarsi…»

Ma dove vai se il Var non ce l’hai… Certo, Alberto Sordi non cantava proprio così in Polvere di stelle, ma erano altri tempi con la moviola distante anni luce dal diventare decisiva in A. Dallo scorso agosto le cose sono cambiate in modo radicale: tecnologia sempre più protagonista, ma dopo le lodi e gli applausi della prima giornata, già dalla seconda si sono alzate voci contrarie con distinguo e tentativi di limitarne l’uso. Ultimo a iscriversi a questo club è stato Vincenzo Montella che al termine della sfida col Genoa (giocata in 10 per il rosso a Bonucci griffato Var) ha tuonato: «Mi sto giocando la carriera. Questo non è calcio, è tv». Il paradosso è che – come riporta oggi “La Gazzetta dello Sport” – mentre il tecnico del Milan aveva da ridire sulla moviola, in un altro angolo di San Siro Roberto Rosetti (responsabile del progetto italiano della tecnologia) stava finendo di illustrare tutti gli errori evitati alla delegazione arrivata dalla Spagna.

ESEMPIO DA ESPORTARE – La Liga vuole correre ai ripari al più presto per evitare sviste madornali che possono influire sul campionato. Sabato scorso, ad esempio, il Barcellona ha sbloccato il risultato col Malaga con un gol di Deulofeu scaturito da un cross di Digne quando il pallone aveva già superato la linea. E Rosetti ha mostrato al collega Lopez Nieto (figura di raccordo tra Liga e i fischietti) come in Chievo­-Atalanta in meno di 20’’ sia stato revocato un rigore ai nerazzurri perché IL Var aveva scovato il recupero palla irregolare di Petagna. Spagnoli colpiti: faranno di tutto per averla già dal 2018­-19, un anno prima del previsto. Nel frattempo la frase di Montella ha trovato la pronta risposta di Marcello Nicchi. «Il tecnico del Milan? Dovrà adeguarsi a questa forma di calcio – ha detto il presidente Aia a Radio Anch’io Sport -. La carriera non se la gioca solo lui, ma giocatori, arbitri e allenatori. Il Var è una garanzia generale, poi un errore ci può stare. Ma il pubblico è il primo che accetta veramente il mezzo, i giocatori si stanno adeguando, qualcuno non ha capito. Sta funzionando bene, bisogna perfezionarla».

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