2018

VAR, arbitri non all’altezza: la macchina ha superato l’uomo

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Cosa c’è che non va col VAR? Il problema è filosofico…

Quanti errori di arbitraggio nell’ultimo weekend di Serie A. Neanche il VAR sembra essere in grado di venire in soccorso di direttori di gara mediocri, che in campo o in cabina non riescono a rendersi conto di quanto accade sotto i loro occhi. Questo è anche il parere di Paolo Casarin, che nella sua rubrica su Il Corriere della Sera, Fischio Finale, individua nella combinazione di arbitri con poca esperienza (tra campo e cabina VAR) una delle cause di errori ricorrenti nonostante la moviola in campo. Ne è la prova che, come accaduto per Roma-Milan, difficilmente nei big-match, affidati alla direzione di due arbitri dalla consolidata esperienza come Mazzoleni e Irrati spesso e volentieri non si verificano errori marchiani come in altri casi.

Ma quando questi errori si manifestano, cosa impedisce a Rizzoli di fermare l’arbitro autore dello scivolone? C’era una volta il riposo rigenerante, adesso non esiste più. La risposta sta nei numeri e la fornisce sempre Casarin. Rizzoli, allenatore degli arbitri, può disporre di una ventina di fischietti e in ogni turno si disputano 10 partite, per cui servono 20 arbitri: uno a dirigere la gara in campo e un’altro a superivisionare in cabina VAR. Penuria di arbitri all’altezza: è questo il problema del VAR. Quasi una questione filosofico: l’uomo non all’altezza della macchina.

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