2013
Valladolid, Fausto Rossi: «Contento delle mie prestazioni. Ringrazio Conte perchè…»
VALLADOLID FAUSTO ROSSI – Il centrocampista del Valladolid Fausto Rossi ha parlato intervistato dalla sua agenzia Player Management della sua avventura nella Liga Spagnola. Il centrocampista di proprietà della Juventus è da 2 mesi e mezzo in Spagna e ha già conquistato tutti, prendendosi una maglia da titolare nel Valladolid.
LE DICHIARAZIONI – Questi i passaggi più significativi dell’intervista: «Penso che come sempre il lavoro paghi. Da due anni a questa parte, da quando cioè ero passato al Brescia, sto giocando con continuità. L’Europeo con l’Under 21 e in generale tutto il biennio azzurro inoltre si sono rivelati un’esperienza importantissima. Il fatto di giocare ti fa crescere parecchio. Guardo avanti e credo di dover continuare su questa strada, non ci si può mai fermare e bisogna sempre dimostrare qualcosa. Se uno è titolare adesso, non è detto che lo debba sempre essere anche in futuro. Per questo devo insistere e migliorarmi per meritarmi sempre il posto».
CONTE E LA JUVE – «Quanto è servita l’estate passata con la Juve di Conte? Parecchio. Conte è un grande allenatore che ti insegna tante cose. Riesce a trasmetterti la mentalità vincente e la cattiveria agonistica per raggiungere gli obiettivi personali e di squadra. Una mentalità che poi in campo ti permette di dare il massimo e che si trasforma in energia straordinaria. Stare con Conte e con tutti quei campioni mi è stato di enorme aiuto. Senza dubbio. La Juve la più forte? Sì, in Italia è la più forte. Lo è per quanto fatto vedere nelle ultime due stagioni, per l’inizio di quella attuale e per la mentalità che ha. Sono quelli da battere. In Europa è diverso, sarà più dura contro le big del continente, ma possono giocarsela».
VALLADOLID E IL VALLADOLID – «Devo essere sincero, la città ancora non l’ho vista tutta per bene e non la conosco a fondo, anche se comunque non è molto grande. So che è molto religiosa, ci sono tante chiese. Io più che altro vivo il centro, sto bene, il campo di allenamento è a due passi da casa e posso raggiungerlo comodamente anche a piedi. La gente è sempre gentile e rispettosa, educata e disponibile. Se ti incontrano per strada, ti chiedono come va e come ti trovi in un Paese diverso dal tuo, preoccupandosi di sapere come stai e tralasciando l’aspetto calcistico. Ho notato una notevole differenza con l’Italia, dove l’umore di chi ti incontra in giro è influenzato dal risultato della domenica precedente. In squadra ci sono tutti bravi ragazzi che mi hanno aiutato ad inserirmi, soprattutto con la lingua all’inizio. Si esce insieme, anche con fidanzate, mogli, figli. Un bel gruppo e un ambiente positivo e sereno che ti fa stare bene. Il presidente mi ha definito un ‘gran jugador’? Lo ringrazio. Sono parole che fanno piacere e mi inorgogliscono. Sta a me confermarle e non smentirlo».