2014

Uruguay, Tabarez: «Siamo cattivi, ma rischiamo di renderci ridicoli»

Pubblicato

su

Il ct dell’Uruguay in vista dei Mondiali, dove affronterà anche l’Italia.

MONDIALI URUGUAY TABAREZ – Uno degli avversari più ostici ai Mondiali per l’Italia è senza dubbio l’Uruguay del commissario tecnico Oscar Tabarez, che ha commentato il sorteggio del girone e analizzato gli azzurri: «Soltanto otto nazionali sono state capaci di vincere un Mondiale, e tre di queste sono nel nostro girone. Poteva andare da meglio a molto meglio. Beh, penso che pochi possano vantare la mia competenza, a proposito dell’Italia: l’ho affrontata due volte in quattro anni, e ne ho viste quasi tutte le altre gare. E’ una delle nazionali cresciute di più nel periodo, l’evoluzione portata da Prandelli nell’ordine di squadra, nella circolazione del pallone e nello sviluppo del gioco offensivo è stata impressionante. Sinceramente, contro la Spagna alla Confederations meritavate di passare voi. Balotelli è un anarchico, dunque il giocatore più pericoloso per noi. Non è facile preparare un piano difensivo che funzioni, lui trova sempre una maniera sin lì inedita per colpire. In questo ricorda molto Suarez», ha spiegato l’allenatore ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

ATTACCO STELLARE – Il ct dell’Uruguay ha poi parlato del suo attacco: «Cavani? Tra i migliori, e mi fermo qui. Anzi no, aggiungo Forlan: l’età gli ha tolto un po’ di velocità, ma in un mese secco può ancora essere uomo da copertina. Cavani non è qui con noi, è appena rientrato da un lungo infortunio; Suarez sì, e l’ho voluto abbracciare per la splendida stagione che sta vivendo. In Uruguay è un dio.

IL SOGNONessun dubbio per Tabarez: «Il mio Paese risponderebbe compatto: Brasile-Uruguay al Maracanà, come nel 1950. Non si parla d’altro, sono tutti convinti che vinceremmo di nuovo. Io ci vado più cauto, anche perché con un girone del genere il rischio di rendersi ridicoli è enorme: noi, Italia e Inghilterra potremmo arrivare fino in fondo, eppure una delle tre uscirà alla prima fase. E’ pazzesco, se ci pensa.  La Celeste è una selezione particolare, estremizza caratteristiche che sono anche vostre: l’Italia spesso fatica nelle amichevoli, l’Uruguay è arrivato sul ciglio del burrone nel lungo girone di qualificazione, svegliandosi appena in tempo. Però, quando arriva il momento del torneo, sappiamo competere. Ritroviamo l’intensità, la cattiveria difensiva, l’abilità davanti. Nessuno può affrontarci pensando ‘oggi vinco di sicuro’. Nessuno al mondo».

Exit mobile version