2014

Uragano Gonzalo doveva essere ed è stato, ma il Napoli non va

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Lo show del ritrovato Higuain non nasconde i pesanti limiti ancora una volta palesati dal Napoli di Benitez

SERIE A NAPOLI HIGUAIN – Le previsioni meteo lo avevano predetto: l’uragano Gonzalo sarebbe arrivato in Italia soltanto nel weekend. Ed in effetti, seppur fortunatamente senza danni, si è riscontrato un brusco calo delle temperature: gli specialisti non ci avevano avvisato però che il punto massimo del fenomeno si sarebbe palesato intorno alle ore 19 nello scenario dello stadio San Paolo.

I DOLORI DI GONZALO – Il centravanti della nazionale argentina non aveva ancora segnato nell’arco dell’attuale campionato: un digiuno che ha lasciato discutere non poco sul suo reale apporto alla causa partenopea e come al solito diviso la piazza. La verità sta nelle motivazioni: l’estate di Gonzalo Higuain sul piano professionale non è stata delle più edificanti. Il clamoroso gol fallito nella finale di Brasile 2014 a tu per tu con Neuer – appuntamento al quale il calciatore argentino teneva come non mai, intenzionato a dimostrare al mondo intero il suo valore dopo la singolare scelta di lasciare il Real Madrid per approdare a Napoli – e poi la mazzata dell’eliminazione dalla Champions League. Competizione che il Pipita disputa dall’età di 19 anni, ossia da quando è approdato in Europa con la camiseta blanca: l’Europa League per Higuain è territorio ignoto ma ha dovuto conoscerlo proprio da quando sbarcato a Napoli.

RIECCO EL PIPITA – Poi però un valido professionista deve dimostrarsi tale a prescindere dal contesto, ritrovare le motivazioni massime che caratterizzano e completano l’aspetto di un campione vero e lasciar da parte la fatidica puzza sotto al naso: Higuain, già a segno due volte proprio in Europa League, si è finalmente sbloccato in campionato rifilandone tre al Verona (quattro se un gol regolare non gli fosse stato ingiustamente sottratto) e soprattutto è tornato a sorridere. Ecco, in tal senso ha risposto: se sul piano strettamente tecnico è una tripletta che ha bisogno di conferme, l’argentino ha ritrovato felicità smentendo in pieno chi lo voleva sul piede di partenza. Riposti nel cassetto alcuni malumori, El Pipita ha dimostrato nel post-partita un’ottima affinità con il popolo partenopeo ed è proprio lui che più di tutti gli altri può nuovamente riempire il San Paolo.

FATTORE H… – Con Gonzalo Higuain il Napoli ritrova anche Marek Hamsik: che, a dire il vero, non stava affatto demeritando. Prestazioni in crescendo, la splendida doppietta rifilata alla Bielorussia con la sua Slovacchia nelle qualificazioni ad Euro 2016 a sancire un momento di forma e convinzione. La prova totale esibita con il Verona dimostra ai professori del modulo tutta la loro inefficacia. Tra gli errori commessi da Benitez a Napoli sicuramente non rientra quello relativo alla posizione di Hamsik: ma dove va messo se non da trequartista in un 4-2-3-1? Fate i buoni, su.

MA IL NAPOLI NON VA – Quel che invece non va – e che inevitabilmente incide sull’intera proposta calcistica partenopea – è la tenuta generale: il Napoli continua a subire terribilmente. Sempre, contro tutti. La peggiore rivisitazione possibile dei limiti di targa zemaniana: se si intende percorrere un certo tipo di stagione non è consentito. Guardiamo a quanto accaduto ieri: passi il primo gol di Hallfredsson – anche se oramai basta tirare per sorprendere Rafael – ma non passi il 2-2 di Lopez ed il seguente gol (spinta non netta su Albiol, decisione al limite) annullato a Ionita. Ancora una volta gli uomini di Benitez si lasciano raggiungere appena in vantaggio con Koulibaly aria inconsistente di fronte al movimento di Lopez, il difensore francese si è ripetuto con il disastroso stop all’interno dell’area di rigore che avrebbe regalato il terzo gol al Verona. Le soluzioni? Il tecnico spagnolo continua a spiegarci di come si stia lavorando in merito, ma i risultati non si vedono. Proporre Henrique (nella rosa mondiale dei 23 del Brasile) in luogo di Koulibaly? E’ vero, contro lo Young Boys ha sbagliato anche lui, ma se non viene impiegato con continuità… . Ed Andujar (nella rosa mondiale dei 23 dell’Argentina) in attesa che lo spaventato Rafael si rassereni? La tranquillità d’animo per un portiere è vita ma oggi basta guardarlo per scorgere tutta la sua ansia, non mancano esempi qua e là in cui un periodo di stop non ha affatto nuociuto al rendimento. In mediana Gargano sempre titolare appena disponibile. Certo, sono soluzioni-toppe di un mercato lacunoso, ma tant’è. Superfluo piangere sul latte versato. Provare qualcosa di diverso e non incaponirsi invece no. 

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