2012

Una vittoria diversa

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Nel discusso e discutibile turno-spezzatino l’acuto lo firma il Napoli nel giorno e nell’orario più singolare: si gioca lunedì alle 19 nella location dell’Is Arenas, i partenopei giungono alla sfida di Cagliari in compagine rimaneggiata, soffrendo delle assenze di Campagnaro, Pandev e Cavani. La squadra di Mazzarri, priva del suo attacco titolare, espugna il nuovo impianto dei sardi aggrappandosi ad uno dei suoi due fuoriclasse.

L’ENNESIMA RISPOSTA DI HAMSIK – Il centrocampista slovacco è oramai un campione certificato. Dal rendimento garantito, dalla personalità che nel tempo è diventata spiccata. Un punto di riferimento totale, la cui figura è ancor più consolidata dopo gli addii di Gargano e Lavezzi, fondamenta dello spogliatoio azzurro negli ultimi anni. Gli acuti di Hamsik hanno firmato le due ultime vittorie consecutive esterne della banda Mazzarri: a Genova, quando sul risultato di 2-2 si è reso protagonista di un inserimento in area di rigore degno dei migliori interpreti mondiali del suo ruolo, ieri quando in una partita complessa anche per lo stesso fenomeno slovacco ha siglato la rete che ha sbloccato e definitivamente chiuso la gara. Tanti appassionati partenopei, con la concomitante assenza di Pandev e Cavani, avevano pensato di essere nelle mani di Marek Hamsik: quelle mani si sono rivelate ancora un porto sicuro.

UNA VITTORIA CHE VALE DI PIU’ – A dare il valore della vittoria esterna basterebbero l’ottimo livello complessivo del Cagliari, le sue ultime partite e il rendimento generale. Ma c’è di più. C’è l’assenza di un calciatore quale Edinson Cavani in grado di catalizzare completamente la trama offensiva, defezione che in quanto tale basta da se alla necessità di disegnare una partita diversa. Ed ecco allora che ti ritrovi un Napoli capace di soffrire senza però crollare, di rallentare il ritmo di gioco nelle fasi di difficoltà, di mostrare i denti dei suoi centrocampisti, di arrivare per primo sulla palla. E’ la vittoria degli occhi sgranati, la vittoria di quella determinazione che troppe volte era mancata e indispensabile per imboccare la strada di quel salto di qualità agognato oramai da due anni. La vittoria che questo gruppo doveva ad un tecnico tanto meticoloso, lavoratore ed appassionato quale Walter Mazzarri.

IL FUTURO DEL NAPOLI – Chi scrive l’editoriale si è esposto più volte su quelle che possono essere le reali ambizioni del club partenopeo: il valore della rosa, confrontato con le dirette concorrenti, impone di centrare un posto utile per la qualificazione alla prossima Champions League, tornando dove tanti ipotizzavano non sarebbe mai più stato. Se qualcosa in più dovesse arrivare sarebbe un miracolo, in meno un fallimento. Al netto di questa premessa, guardando avanti c’è soltanto la Juventus e per una volta il Napoli, dopo tanti esami mancati, ha superato una prova: i campioni in carica hanno perso, gli uomini di Mazzarri non hanno tremato ma ridotto e ricucito in parte lo svantaggio. Guardando indietro, gli stessi punti che lo separano dai bianconeri lo avvantaggiano su Inter e Fiorentina, appaiate al terzo posto. Ma l’indecisione sul guardare avanti o indietro andrebbe a generare soltanto confusione. Meglio evitare. Il Napoli guardi a se stesso, ai suoi fenomeni Hamsik e Cavani, ad un gruppo che studia per diventare grande e apprenda il più possibile da un allenatore che, tra pregi e difetti, lascia sempre l’anima sul campo. Il tempo per guardare agli altri non mancherà.

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