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Una novità chiamata open VAR: che impatto avrà sugli esiti?
Il nuovo format realizzato da DAZN: “Open VAR”, uno spazio televisivo dedicato agli arbitri in cui raccontare ed analizzare dialoghi ed episodi avvenuti in campo durante le partite di Serie A
Il calcio, soprattutto italiano, continua ad evolversi. L’obiettivo è sempre lo stesso: offrire lo spettacolo migliore e più chiaro possibile a chi guarda, mettendo ovviamente sempre in sicurezza e nelle migliori condizioni di esprimersi possibili calciatori e allenatori.
Come al solito, una grossa mano la danno le nuove tecnologie. Tutto è iniziato diversi anni fa con la Goal Line Technology, poi è arrivato il VAR (Video Assistant Referee) ed infine il fuorigioco semi-automatico. Tutti strumenti delicatissimi con un potenziale ed una responsabilità enorme: ridurre al minimo gli errori arbitrali durante le partite.
Queste tecnologie sono entrate talmente tanto nel calcio odierno che ormai tutti ne parlano, ne fanno uso e le studiano – sia per quanto riguarda le squadre e i calciatori, sia i tifosi più curiosi che vogliono saperne di più. Addirittura, oggi i bookmakers offrono quote interessanti anche relative alle decisioni arbitrali e ad esempio, più nello specifico, a quante volte il direttore di gara utilizzerà il VAR. In questo senso quindi, per chi vuole mettersi alla prova, è utile conoscere quali sono i principali pronostici studiati oggi dagli appassionati.
Tuttavia, è inutile negare che i punti ciechi relativi proprio al VAR siano ancora diversi, sia per i tifosi che per gli stessi addetti ai lavori. Come chiarirli? Ci ha provato DAZN, la piattaforma rilasciata da Sky qualche stagione fa e che oggi possiede la quasi totalità dei diritti televisivi delle partite di Serie A e non solo.
Open VAR: cos’è e a che cosa serve
Al termine della 5^ giornata di Serie A, in concomitanza con il 6^ turno a dire il vero, è nato “Open VAR”, il format ideato da DAZN con protagonisti gli arbitri e l’utilizzo del VAR. In questo spazio serale dedicato, gli ospiti discutono dell’utilizzo della tecnologia insieme ad un rappresentante della classe arbitrale: nella prima puntata, l’ospite speciale è stato nientemeno che Gianluca Rocchi, il designatore degli arbitri italiani.
Ma c’è di più. L’obiettivo di questo nuovo e rivoluzionario format è infatti quello di ascoltare, analizzare e chiarire i dialoghi – fino a ieri privati – fra l’arbitro in campo, il VAR e l’assistente VAR. Tutto ciò che avviene in diretta tramite auricolare, ed eventualmente anche davanti ad un monitor, sarà quindi ora trasmesso su DAZN, e quindi di dominio pubblico.
Il tentativo fatto dalla piattaforma, in collaborazione con il corpo arbitrale di Serie A, è quello di eliminare i suddetti punti ciechi, far comprendere al pubblico la difficoltà del lavoro svolto dagli arbitri e soprattutto chiarire i motivi di ciascuna decisione presa sul campo. Obiettivo senz’altro ambizioso, ma molto importante ed innovativo.
Ogni weekend DAZN aprirà quindi le porte ad un “rappresentante” che spiegherà gli episodi più dubbi e interessanti della giornata appena terminata. Ovviamente, per dare la precedenza alle decisioni del Giudice Sportivo, gli arbitri parleranno ed esamineranno solo partite del turno precedente concluso. Ogni volta dunque il pubblico a casa conoscerà i veri dialoghi sul campo dei direttori di gara e gli scambi di battute più o meno agitate con gli assistenti in cabina di regia, visionando le stesse immagini e gli stessi monitor a disposizione del VAR durante il match.
L’importanza della comprensione del racconto sportivo: le parole del Ministro per lo Sport e per i Giovani
Nei giorni scorsi, ai microfoni di “La politica nel pallone”, ha parlato di Open VAR – e di questa generale apertura da parte degli arbitri nei confronti del pubblico – anche Andrea Abodi, il Ministro per lo Sport e per i Giovani. Questa la sua opinione sul tema caldo: “Sono contento di questa novità assoluta. Credo che l’Open VAR possa aiutare a risolvere tutti i problemi che ci sono in Italia in termini di malafede: potrebbe aiutare tutti a non esser più travolti dal senso di complotto e sospetto. Purtroppo alcuni pensano che ci siano squadre che vengano avvantaggiate dagli arbitri”.
Abodi poi continua la sua considerazione allargando gli orizzonti: “Questo progetto facilita la comprensione di tutti, e quindi la ritengo una cosa giusta perché va verso ciò che riguarda la crescita culturale. È un’operazione molto interessante anche da un punto di vista internazionale. Negli Stati Uniti d’America questo tipo di dialoghi sportivi in televisione ci sono già da tanti anni. Non è solo un mero discorso calcistico, ma anche e soprattutto di racconto e narrazione vera e proprio. È importante fornire un certo tipo di spiegazioni al pubblico, poiché aiuta a completare e a migliorare lo spettacolo: una maggior comprensione lo rende più trasparente, più coinvolgente e più intellegibile”.
In questi anni, il calcio italiano e le tecnologie in generale hanno sempre lasciato molti dubbi in termini di regolamenti e giustizia sportiva. Le squadre e i calciatori probabilmente non aiutano, ma evidentemente era il momento di fare un passo dall’altra parte: aiutare gli stessi club e chi scende in campo, nella speranza che in questo modo tutto diventi più semplice anche per chi fa le regole e per chi deve farle rispettare.
Gli arbitri, giustamente, ci sperano molto, e fanno un tentativo. Un tentativo enorme, valido e concreto. Le opportunità ci sono eccome, ma probabilmente servirà la stagione calcistica intera per valutare l’efficacia di questo progetto e i risultati prodotti.