2014

Una notte da 10

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La pagina tutta azzurra di un San Paolo da brividi, Roma ko ma non ridimensionata

COPPA ITALIA NAPOLI ROMA – Gli uomini di Benitez schiantano la banda Garcia con un sonoro 3-0 e si aggiudicano la finale di Coppa Italia: al Napoli bastava un gol dopo il 3-2 dell’andata ma i partenopei sono andati ben oltre sfoderando una prestazione stupefacente sotto ogni profilo, annichilita una Roma a cui va dato atto di aver perso soltanto a febbraio inoltrato la sua seconda partita stagionale.

LA QUALITA’ CHE BATTE L’ATLETISMO – Napoli che ha fondato l’architrave di un’intera stagione sulla qualità del gioco: ne è testimonianza un modulo che, già dalle prime battute interpretato in chiave prettamente offensiva, non prevedeva ieri neanche un mediano d’interdizione per caratteristiche naturali. Rischio incalcolabile considerando le attitudini di una Roma tutta sostanza. Per resistere sul lungo termine di un campionato, è pacifico, alla qualità va abbinata la predominanza atletica: discorso diverso invece in ottica coppa, dove in partite da dentro o fuori è logico prevedere che possa emergere il tasso tecnico di una squadra in tal senso seconda a pochi. La classe sconfinata di un centravanti atipico alla Higuain, mobilità e prolificità delle mezzali ed il ritrovato dinamismo di Hamsik, abile ad abbassarsi in fase di possesso per dettare il passaggio ad Inler e Jorginho. Ha funzionato tutto: persino la difesa, seppur qualche errore nelle letture dei movimenti è stato sanato dal solito eccellente Reina.

LA NOTTE DEL DIECI – Napoli si è regalata una nottata da aggiungere all’album dei ricordi più cari: nello scenario di un San Paolo da brividi si sono specchiati passato e presente fondendosi in qualcosa di difficilmente aggettivabile per una piazza che ha tramutato passione in respiro. Il gran ritorno di Diego Armando Maradona nello stadio che lo ha eletto a divinità ha acceso l’entusiasmo di un popolo che delle sue gesta ne ha fatto un credo religioso e spirituale: mentre accadeva tutto ciò il passato si rifletteva nel presente con un altro argentino – non è un paragone ma un’eredità – che segnava il gol del 2-0 alla Roma tra una delizia e l’altra di un bagaglio tecnico impressionante. Napoli se ne è innamorata in un colpo di fulmine: di Gonzalo Higuain, uomo e calciatore, in giro ce ne sono pochi. A Diego in regalo quella maglia numero 10 ritirata in ossequio al principio Ubi maior minor cessat, al Pipita il futuro.

LA DEBACLE DELLA ROMA – Già si è premesso come la stagione giallorossa non subisca assolutamente un ridimensionamento: quando si perde la seconda partita a febbraio inoltrato qualcosa di (molto) buono si deve pur aver fatto. E’ pur vero però che la Roma, rispetto alle sue concorrenti in classifica, di partite ne ha giocate (molte) di meno: e l’assenza dal fronte europeo è proprio uno dei cardini dell’esplosione giallorossa. Al primo impegno ravvicinato di un certo rilievo – derby e poi il Napoli a distanza di tre giorni – la squadra di Garcia è crollata manifestando limiti in termini di tenuta complessiva. Poco male perché, al netto di tale eliminazione, è un problema rimandabile alla prossima stagione. Dove la rosa sarà adeguatamente integrata per competere su tutti gli scenari. La realtà odierna parla invece di una Roma che, nello sprint finale di campionato, può avvantaggiarsi rispetto alla concorrenza perché è l’unico club tra le prime quattro forze della Serie A a non giocare in Europa. La volata è appena partita.

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