2015
Una macchina da gol in panchina: Andrea Belotti
Focus sull’attaccante del Palermo, poco utilizzato da Iachini, malgrado i gol dicano altro
Il calcio moderno non va alla ricerca di attaccanti vecchio stampo, come potrebbe essere stato un Christian Vieri o un Ruud van Nistelrooy. Le punte di oggi sono dotate di rapidità e tecnica, meno fisicità più capacità di inserirsi negli spazi: alcune tra loro giocano meno vicine alla porta – basti pensare a Neymar – e preferiscono partire da lontano per colpire. Anche gente come Benzema o Diego Costa, malgrado fisicamente possa ricordare i numeri 9 che hanno fatto la storia del calcio degli anni ’90, tatticamente si colloca in maniera diversa nei pressi dell’area di rigore: più tecnici, ma soprattutto più mobili, e di certo non paragonerei mai Lewandowski a Trezeguet. Fa piacere però vedere ogni tanto un attaccante vecchia scuola, qualcuno che fa a sportellate con i difensori per prendere posizione per cercare una sponda, oppure che cerca di infilarsi a spallate tra le maglie serrate della difesa. Stiamo parlando di Andrea Belotti, giovane attaccante del Palermo che ricorda sì gente come Vieri. Belotti nasce a Calcinate, provincia di Bergamo, stessa località dove nacque Pietro Verchowod e, più recentemente, Manolo Gabbiadini. Il giovane attaccante non è ancora un attaccante. Belotti inizia nelle giovanili dell’Albinoleffe, inevitabilmente, ma gioca a centrocampo. Il ‘Gallo’ però è un bomber nato, e viene così impiegato vicino l’area di rigore, dove può far male alle difese avversarie grazie al suo fiuto del gol. Mondonico ha parlato così di lui: «L’ho visto giocare e ho capito che si trattava di un talento. È un attaccante muscolare, pieno di qualità. Lo definirei un centravanti vecchio stampo. Ha movimento ed abbina a questo aspetto grande cattiveria sotto porta. Deve giocare davanti alla porta, da prima punta. Può fare tutti i ruoli in attacco, l’esterno, la seconda punta, ma credo che con uno così bisogna sfruttare a pieno certe caratteristiche e il suo fiuto del gol».
VIA A FORZA DI BOTTE – Nella stagione 2010/11 Belotti è ancora aggregato alla Primavera, con cui gioca 14 partite e segna 3 reti. L’anno successivo si divide tra Primavera -21 presenze e 12 reti- e prima squadra. È mister Salvioni che lo nota e decide di buttarlo nella mischia nel match contro il Livorno, all’Armando Picchi. 4-0 per i padroni di casa, Belotti entra al minuto 67 e impiega solo un quarto d’ora per fare capire di che pasta è fatto: niente giocate funamboliche, o numeri di alta classe, solo sostanza, tanta, e fame di gol. Segna il suo primo gol tra i professionisti proprio in quella partita, a 18 anni, e si capisce subito che la cattiveria e la determinazione sono i fattori su cui questo ragazzo punta per fare strada. Oltre ai gol, chiaro. Ormai Belotti è inserito a tempo pieno in prima squadra, e quando l’Albinoleffe retrocede in Lega Pro, non gli resta altro che seguirla. Nella terza serie del calcio italiano, Belotti colleziona 29 gettoni di presenza e mette a segno 12 reti, che servono per consacrarlo e catturare l’attenzione del Palermo, in cerca di un attaccante in seguito alla retrocessione in Serie B. E così il Gallo sbarca in Sicilia: i rosanero lo prelevano dall’Albinoleffe attraverso un prestito oneroso di 500 mila euro, e con diritto di riscatto della metà del cartellino fissato a due milioni e mezzo.
TROPPO POCO CAMPO – In Sicilia Belotti arriva ma non per giocare titolare. Nelle preferenze di Iachini ci sono Dybala ed il rispolverato Vazquez, due giocatori che faranno la fortuna del Palermo in Serie B, ma anche in Serie A. A fine stagione, Belotti avrà collezionato 24 presenze e segnato ben 10 gol: l’apporto dell’attaccante è significativo se si pensa che le sue reti hanno portato ben 17 punti in casa Palermo, considerato anche il fatto che il Gallo è spesso partito dalla panchina. Forse è questo il peggior difetto della gestione Iachini, ovvero l’utilizzo col contagocce di un attaccante che potrebbe essere uno dei protagonisti del calcio italiani, ma che è arrivato alla corte del venale Zamparini, che aspetta solo di contare la plusvalenza di un giocatore pronto ad esplodere. Il Palermo, comunque, torna in Serie A, riscatta la metà del cartellino per 2,5 milioni e fissa l’altra metà a 3,5, e Belotti si sta già confrontando col calcio che conta. Anche durante questa stagione, Belotti è considerato un rincalzo. Certo, non potrebbe essere altrimenti vista l’esplosione di Dybala ed il talento di Vazquez, ma Iachini avrebbe dovuto, almeno in qualche occasione, lasciare fuori il secondo dei due argentini per far spazio al Gallo, scalpitante in panchina. Sono 16 le presenze fino ad oggi di Belotti, e 3 i gol segnati: tra questi, una doppietta al San Paolo contro il Napoli, nel match terminato 3-3, e un gol al 90’ contro il Sassuolo che è valso i tre punti, quando Belotti era entrato in campo da meno di un minuto. Quando schierato, si vede quanta fame e voglia abbia Belotti. Il ragazzo non si accontenta mai, gioca per la squadra ed esulta come un forsennato quando va a segno. Parlando di Nazionale, Belotti ha fatto tutta la trafila in azzurro. È partito dall’Under 19, con cui ha segnato due reti, ha raddoppiato lo score in Under 20, con le sue 9 presenze, per arrivare all’esordio con l’Under 21 di Di Biagio il 14 agosto 2013: sono 8 i gol con gli Azzurrini –tra cui una doppietta- in 13 presenze. Oggi potrebbe essere accostato a Pazzini, ma forse il Gallo è un po’ più tecnico. Parlando di rossoneri, il ragazzo ha buon gusto, dal momento che tifa Milan ed ha affermato di ispirarsi a Shevchenko. Forse la mobilità non sarà la stessa dell’ucraino, malgrado le parole di Mondonico, ma la voglia ed il talento ci sono, e Belotti aspetta solo di trovare la continuità giusta.