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2014

Un motivo per festeggiare l’Inter ce l’ha

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Fenomeno Kovacic: è lui oggi l’unica vera gioia del popolo nerazzurro. L’Inter ha trovato il suo genio

La prima fase di stagione dell’Inter non è stata tra quelle da annoverare o ricordare con particolare gioia: un esonero ed il seguente avvicendamento sulla panchina nerazzurra è giocoforza segnale di un fallimento. Archiviata la relativamente breve fase Mazzarri, è il grande ritorno di Roberto Mancini a far sognare la piazza: l’auspicio è quello di ritrovarsi in tempi brevi a competere per determinati traguardi.

SVOLTA MANCINI? – Poco tempo per valutare l’operato del tecnico jesino: l’obiettivo è quello di stravolgere tutto, dall’impianto tattico alla mentalità generale passando per l’approccio alle gare e per un calciomercato che dovrà svilupparsi su percorsi differenti da quelli palesati finora. Sarebbe dunque infondato ed intempestivo lasciarsi andare ai primi giudizi: la sensazione è quella che possa essere una stagione di transizione – dove comunque si proverà a lottare per i posti di classifica che valgono il prossimo palcoscenico internazionale e per andare il più avanti possibile nelle due Coppe disputate – che funga da costruzione per i successi futuri. Quelli per cui lavora la società ed auspicati in primissima persona proprio da Roberto Mancini: se è tornato, con il suo curriculum da allenatore di caratura europea, lo ha fatto per vincere ed è questo l’aspetto che più di ogni altro può tranquillizzare i tifosi nerazzurri.

FENOMENO KOVACIC – Ma una ragione per fare festa già oggi l’Inter ce l’ha, eccome se ce l’ha: non vogliamo ergerci a quelli del te l’avevo detto, ma chi vi scrive ha una passione per questo calciatore ed aveva preannunciato come sarebbe potuta essere – a soli vent’anni, ricordiamolo, classe ’94 – la stagione della sua consacrazione personale. Mateo Kovacic sta strabiliando, impensabile nasconderlo: ad ogni partita oramai riesce ad inscenare tutto il suo enorme talento a disposizione, non più fine a se stesso ma fatto di colpi geniali, accelerazioni che tagliano in due la difesa avversaria, proprietà nel palleggio, visione di gioco e soprattutto gol. Il centrocampista croato, pur non giocando particolarmente vicino alla porta, riesce a trovare la via della rete con buona continuità: quattro i gol realizzati e tanti altri sfumati per questione di centimetri. La grande novità è che Kovacic oggi la porta la cerca eccome: anche quando prende palla spalle alla porta si gira in pochi istanti e punta immediatamente verso l’area avversaria, nei trenta metri finali di campo può sfruttare l’abbinamento della sua tecnica di base e di un’impressionante velocità d’esecuzione.

TRA COLPI DI GENIO E COMPLETAMENTO – Il capolavoro con cui ha riaperto l’oramai persa gara con la Lazio ha dell’incredibile: un pallone apparentemente innocuo arriva dalle parti di Kovacic – fermo fuori dall’area di rigore e dunque in posizione defilata considerando la massa di calciatori presenti nell’area biancoceleste su situazione di calcio d’angolo – e lo stesso lo scaraventa al volo in rete con potenza inaudita ed una coordinazione di movimenti che spetta soltanto ai più grandi nella storia di questo sport. Una meraviglia che di fatto si candida ad entrare nella ristretta lista dei gol più belli dell’anno e che traccia la via: il genietto croato ha tutti i colpi per diventare un grande a patto che si completi. Ed in tal senso, considerando la sua carta d’identità, ha tutto il tempo a disposizione per farlo: ma cosa serve a Kovacic per definirsi e divenire dunque calciatore totale? La lucidità nelle scelte. Il centrocampista slavo – anche perché la svolta Mancini non ne ha ancora concretizzato il ruolo – ad oggi pare costretto a far tutto in un’Inter disordinata: chi porta palla, chi accelera, chi si inserisce e chi segna. Tutto in un calciatore. No, non è possibile. A compiti assegnati ecco come anche l’abilità nelle scelte finali potrà risentirne favorevolmente: oggi Kovacic sbaglia qualcosa proprio a causa delle ragioni descritte, ma a breve potrà sfruttare tutta la sua visione per completarsi ed elevarsi a pietra fondante del futuro nerazzurro.

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