2016
Spal, Gianfranco Zigoni: «Gianmarco può giocare in Serie A»
Continua: «Si trova bene a Ferrara, ma anche al Milan potrebbe fare bene»
Decine e decine di gol in Serie A, un feeling con la rete tramandata al figlio: parliamo di Gianfranco Zigoni, ex Juventus ed Hellas Verona, padre di Gianmarco Zigoni, protagonista nella promozione della Spal in Serie B. Intervistato da Libero, Gianfranco Zigoni ha parlato del figlio, del passato ma non solo: «Mio figlio giocherà contro l’Hellas? Che emozione! Non riesco a immaginarmelo quel giorno. Non so per chi farò il tifo. Sai cosa mi piacerebbe? Un bel 3-3, con tre gol di Gianmarco. Ma ascoltami: non può prenderlo il Verona? C’era stato un interessamento,anni fa. Lo voleva Gibellini, il direttore sportivo. Mi ero anche visto con lui e ne avevamo parlato. Purtroppo però il momento era sbagliato. Il Verona era in serie C e Gianmarco giocava già in B. Non se l’era sentita di andare, anche se lui è un veronese, è nato a Verona, vuol bene alla squadra, ma ovviamente meno di me, perché io il Verona lo amo. Adesso però mio figlio potrebbe anche giocare in A, non ci sono dei mostri lì. Al Milan? Lui si trova bene a Ferrara. È felice, gioca in un club glorioso. Però ascoltami: il Milan ha speso un sacco di soldi per giocatori che fanno le riserve e che guadagnano minimo 2 milioni l’anno. Al Milan aveva fatto vincere anche la Coppa Italia Primavera dopo un sacco di anni».
CONTINUA – «Testa matta come il padre? No. È questo che mi fa rabbia. Io ero pazzo, non avevo voglia di allenarmi. Ero più appassionato di rugby che di calcio. Lui invece è serio, vuol sempre migliorarsi. Ha fisico, fa reparto da solo, in area è micidiale. Calcia sia di destro sia di sinistro. Io il destro al massimo lo usavo per salire sul tram. Però se in attacco con lui ci fossi io gli farei fare una valanga di gol in più. Il primo consiglio? Gli ho detto:“Ricordati Gianmarco, non abbatterti mai. Hai scelto il peggior ruolo che possa esistere, quello dell’attaccante. Se segni ti osannano,se non fai gol per una partita o due ti massacrano”. Guarda, mi è venuto in mente Bacca, quello del Milan: cazzo, ha fatto 15 gol quest’anno, cosa deve fare di più quel povero disgraziato?. In panchina con una pelliccia? Sì, bianca. Era di lupo. Me l’aveva regalata una signora,non mi ricordo chi. Ma me ne avevano regalate anche altre. Valcareggi, mio allenatore pure al Verona, mi aveva detto: “Zigo, oggi tu non giochi”. Gli ho risposto: “Io? Il più grande giocatore del mondo? Ti faccio vedere…”. Ho messo anche il cappello da cowboy e sono andato in panchina così». Guidolin mi portava la colazione a letto? Sì, era il mio compagno di camera ma anche il mio cameriere personale. Gli ordinavo brioche, tè e succo d’arancia. Che grande… Alleno ancora i ragazzini dell’Opitergina? No. Nella vita arriva un certo momento in cui, se ti accorgi che le cose non le fai più con gioia, vuol dire che devi smettere di farle se no non sei più un uomo libero. E poi era un impegno, sai?Tre allenamenti alla settimana oltre alla partita. Non me la sono più sentita. Cosa faccio oggi? In questo momento mi trovo in aperta campagna vicino al fiume, un posto meraviglioso. Sono con degli amici. E sai a cosa giocano? A foot golf. È proprio un gioco del cazzo».