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2016

Il caso dell’estate?

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neymar brasile giugno 2014 ifa

E’ il Neymar meno felice di sempre: le ragioni e gli scenari

Toccagli tutto ai calciatori brasiliani ma – Diego Costa a parte – non la propria nazionale: quella maglietta verdeoro è un’estensione della pelle, una congiunzione astrale in cui rientra anche l’aspetto sacrale. Il fervore con cui viene vissuta la religione cattolica dal popolo brasiliano – decisamente dominante all’interno del Paese – è palesemente visibile dai gesti di gran parte dei calciatori nell’arco delle sfide del proprio Brasile.

DOPPIETTA STORICA – Ed il calendario delle nazionali è raramente stato ricco come quello prossimo: alla Selecao toccherà prima la Copa America del Centenario, in giugno, parata di stelle che attendono con ansia l’evento per confrontarsi, battersi e porre l’ambito sigillo della migliore americana. Neanche il tempo di rifiatare e la nazionale olimpica prenderà parte alle Olimpiadi casalinghe, dove – dopo il flop del 2012 con il mondo che attendeva serenamente il trionfo verdeoro – sarà vietato sbagliare. Andiamo al sodo: qual è il calciatore più rappresentativo della nazionale brasiliana? Per distacco Neymar. Chiamato a trascinare il suo Brasile per il solo fatto di chiamarsi Neymar.

NEYMAR AVEVA AVVISATO – Dopo aver fiutato una certa opposizione da parte del Barcellona a concederlo al selezionatore Dunga per entrambe le rassegne planetarie, lo stesso Neymar aveva tagliato la testa al toro svelando in pieno la sua posizione in un’intervista concessa a Globo: “Ho ventiquattro anni e devo approfittare di questo fattore, nel giro di poche stagioni non potrò gestire il tutto ma ad ora mi riesce bene, ragion per cui posso giocare sia la Copa America che le Olimpiadi”. Decisamente chiaro no? Né tantomeno lo stesso Carlos Dunga si era tirato indietro: “E’ fondamentale averlo a disposizione per Rio, è una medaglia che non abbiamo mai vinto, ma nonostante una faticosa stagione può recuperare per entrambe le competizioni. Vedremo”.

MA… – Il Barcellona non ha ceduto il colpo, permettendo alla federazione brasiliana di scegliere, ma per una sola delle due manifestazioni. Il Brasile lo ha voluto ai Giochi Olimpici rinunciando alle sue prestazioni nella Copa America del Centenario, annunciando in un conciso e poco entusiasmante comunicato come tutta la federazione abbia apprezzato la forte volontà di Neymar nel disputare entrambi i tornei. Se uno più uno fa ancora due ecco spiegato in buona parte il differente atteggiamento mostrato dalla stella del Barcellona nelle recenti uscite ufficiali: da emblema dell’allegria, della gioia di stare in campo, a quel broncio che si è stampato sul suo volto. Dopo l’avvio di campionato record, ne hanno senz’altro risentito le prestazioni: ha giocato il suo ruolo anche il sorprendente terzo posto ottenuto nel Pallone d’Oro 2015, con il brasiliano dato a tu per tu con il compagno di club Leo Messi ma scalato addirittura alle spalle di Ronaldo. E se uno più uno fa ancora due, prendere atto che per il ruolo di protagonista spettante ad un fenomeno della sua caratura sarà proibitivo scalzare la Pulce beniamino del popolo blaugrana è stato immediato. Futuro lontano dal Barcellona? In questo caso uno più uno non fa necessariamente due, ma il terreno è quantomeno stato approntato. E se si muove uno come lui, beh, fa il terremoto.

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