2016

Non si piega ad una storia già scritta

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Paulo Dybala, il ribelle di casa Juventus

I contorni della storia sembravano fin troppo definiti: Juventus nel pieno di un anno di transizione dopo gli oramai celebri addii di Andrea Pirlo, Carlos Tevez ed Arturo Vidal, e del resto i primi passi stagionali andavano nel pieno di questa direzione. Niente di così grave a dire il vero: dopo un quadriennio al comando della classifica di Serie A ed una finale di Champions League, prendersi una pausa per riassettare la macchina e ripartire ci può anche stare.

TUTTI D’ACCORDO? – Ma neanche per scherzo. Il piano non aveva previsto il mancato assenso di Paulo Dybala. A cui, peraltro, una stagione di inserimento scevra da particolari pressioni d’alta quota avrebbe anche fatto bene. Sulla carta. O meglio ci poteva stare, nessuno avrebbe storto il naso. Classe ’93 e proveniente da una realtà dalla taratura ben diversa quale quella di Palermo, tutto da dimostrare e dunque tutto da vivere una volta superata la fase di ambientamento: che, in una realtà top del calibro della Juventus, se ti chiami Dybala e quando sei arrivato in quel di Torino non hai ancora 22 anni, deve legittimamente durare quel che occorre. A maggior ragione se giungi in un impianto di fatto rivoluzionato dalle cessioni di esponenti illustri e fondamenta cruciali nell’edificazione dei recenti successi.

SOVVERSIONE – Uno status quo che non sembra andare bene a Paulo Dybala ed in generale a chi ha qualcosa di troppo al suo interno per obbedire alla più logica evoluzione dei fatti. A chi può attingere da riserve caratteriali ed emotive che impongono di ribellarsi alla normalità, all’accettazione degli eventi. Il gioiello argentino lo ha fatto innanzitutto con i gol, 9 in 17 gare di campionato alla media di uno ogni 132 minuti, ed altri due divisi tra Supercoppa Italiana e Coppa Italia. Non ha timbrato il cartellino in Champions League, vero, eppure quella traversa centrata a Siviglia grida vendetta ed avrebbe probabilmente scritto un futuro differente da quel che viene logico ipotizzare, ora che il prossimo avversario si chiama Bayern Monaco. A meno che la forza di chi intende ribellarsi alle logiche del destino non voglia aggiungere un’ulteriore pagina alle proprie credenziali.

CAMPIONATO THRILLER – Ma ritorniamo con i piedi per terra e convergiamo nuovamente sulla Serie A, lì dove regna un equilibrio che quasi avevamo dimenticato potesse esistere: quando siamo ad appena un respiro dal giro di boa, le prime quattro forze della classifica sono racchiuse in appena tre punti, con la Juve – stranamente, ma molto più comprensibilmente dato quanto si è spiegato in avvio – ultima inseguitrice di questo treno di testa. Lontana tre punti dalla capolista, s’intenda. Obiettivi facili Inter, Fiorentina e Napoli? No, non sembrerebbe. Paulo Dybala oltre ai gol e a quel modus vivendi rivoluzionario ci ha messo qualità e soluzioni inattese, la Juventus è cresciuta di pari passo con il livello delle sue prestazioni ma affermare che le mani sullo scudetto saranno ancora le sue è oggi, se non azzardato, piuttosto rischioso. Ce la farà o meno, il buon Paulo, lo racconterà la storia. Una certezza intanto esiste: la Joya, quei 40 milioni complessivi che la Juventus ha scelto di investire sul suo profilo, li vale tutti.

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