2015
Centro di gravità permanente
Calcio spettacolo dellEmpoli al DallAra di Bologna: lesibizione degli uomini di Giampaolo
A chi si fosse perso l’anticipo della diciassettesima giornata del campionato di Serie A tra Bologna ed Empoli si consiglia vivamente di trovare una replica, mettersi comodo in poltrona ed assistere allo spettacolo inscenato dagli uomini di Giampaolo: un’esibizione di stordente bellezza ed elevatissimo tasso qualitativo che concretizza necessariamente nell’Empoli la reale novità della stagione.
CENTROCAMPO DA URLO – Come ogni squadra che pretenda di imporsi dalla lastricata via del bel gioco, il must è quello di dotarsi di un centrocampo di livello: centro di gravità permanente che per sua definizione garantisce equilibrio coprendo la difesa, ricevendo palla dalla stessa e portandola con qualità in zona attaccanti. Paredes è il primo tassello di questo puzzle: ha fisico e tenacia per svolgere i compiti difensivi ma allo stesso tempo tecnica di base ed intelligenza calcistica per gestire il palleggio sin dalle primissime battute e districarsi in disimpegno. Sostenuto alla perfezione da due interpreti che dialogano nel medesimo credo linguistico: Zielinski e Buchel non buttano via un pallone a costo di rischiare la pelle.
FILOSOFIA E GIOVENTU’ – Il gioiello polacco classe ’94 ha in tal senso dato spettacolo in quel di Bologna: una serie di uscite palla al piede con tocchi persino di tacco tra tre avversari hanno oggettivamente lasciato a bocca aperta un genere di platea particolarmente attento a determinate dinamiche. Per non parlare del cioccolatino servito a Maccarone. Gli uomini di Donadoni non hanno potuto fare altro che assistere all’esibizione: troppo perfetta per essere macchiata da qualsiasi tentativo di resistenza. Ecco, classe ’94 si è detto: lo è anche Paredes, mentre del ’91 sono Buchel ed il vertice alto Saponara. L’elevatore, verrebbe da definirlo: perché ogni proposta calcistica che si rispetti viene sublimata dalle intuizioni geniali di un calciatore palesemente sopra la media. Ad Empoli è per distacco Riccardo Saponara: guardare all’assist servito a Pucciarelli per credere.
DINAMISMO IN AVANTI – Pucciarelli è l’indiziato numero uno per aprire il capitolo offensivo: ha le caratteristiche per essere esaltato dal modello calcistico avviato da Sarri e perpetuato da Giampaolo. Alla profondità che garantisce grazie ad un moto perpetuo, sta abbinando nelle ultime battute – più di quanto gli era riuscito in passato – una buona presenza in termini di assist (bellissimo quello per il terzo gol empolese al Dall’Ara). A finalizzare ci pensa l’evergreen Maccarone, classe ’79, già al settimo gol in campionato (e tre assist): è questo forse il segnale che più di ogni altro valorizza il minuzioso lavoro tattico di Giampaolo, che ha avuto l’intelligenza di non smantellare o alterare l’opera di Sarri – questo è un valore aggiunto che pochi hanno, si gioca più a fare i fenomeni che a restare umili e consapevoli – ed addirittura arrecarle ulteriore valore aggiungendo un’aggressività atletica di rara intensità.
LA SFIDA – Hanno giocato un po’ tutti – solo per citare il centrocampo, oltre ai già riportati, trovano spazio i vari Croce, Diousse, Krunic, Maiello – senza che il risultato subisca particolari alterazioni. Ora la grande sfida di migliorare il dato difensivo: la linea di Giampaolo è abile in impostazione ma – confrontando il tutto con le prime dieci forze del campionato – l’Empoli incassa troppo. Spetterà a tutta la squadra trovare le contromisure per restare dove ora si è e dunque perpetuare quello che – per il terzultimo monte ingaggi della Serie A – è un piccolo grande capolavoro di equilibrio, quel centro di gravità permanente cercato dal maestro Franco Battiato. Il direttore d’orchestra (Giampaolo, non Battiato) dirige, l’Empoli esegue.