2016

Quando il Milan preferì Pato a Tevez: ora tornano buoni entrambi

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Due improvvise opzioni di calciomercato per le italiane?

Correva l’anno 2012, sessione invernale di calciomercato: Pato al Paris Saint Germain per 35 milioni di euro, al Milan arriva Tevez in totale rottura con il Manchester City. E’ tutto fatto, mancano soltanto le firme sui contratti prima dell’irruzione presidenziale: Pato non si muove, firmato Berlusconi. Silvio, secondo i malpensanti su precisa richiesta di Barbara, nel pieno della love story su cui sono stati versati fiumi di inchiostro.

IL RITORNO DI PATO – Ma dei perché e per come ora poco importa: la carriera di Alexandre Pato è proseguita sui soliti alti e bassi che ne hanno contraddistinto i passi, poi la scelta di ripassare in patria per rilanciarsi sul piano del morale prima ancora che su quello prettamente sportivo. La cura ha funzionato: prima le 17 reti nell’anno disputato al Corinthians, poi le 39 nelle due stagioni al San Paolo, fino al cercato e voluto ritorno in Europa. A sorpresa con la maglia del Chelsea, in prestito semestrale, per dimostrare di essere nuovamente all’altezza del calcio d’elite. I soliti infortuni a minarne le ambizioni fino all’esordio odierno: Pato entra in campo dopo 23 minuti di gioco in luogo dell’infortunato Remy, si procura e trasforma il penalty del momentaneo 0-2, innesca l’azione dello 0-3 con un tocco filtrante che spetta soltanto a quelli del suo linguaggio calcistico ed offre altre giocate di alta fattura.

CHANCE PER L’ITALIA? – La situazione: il legame contrattuale tra Corinthians e Pato scadrà nel prossimo giugno, ragion per cui il club brasiliano sta provando a rinnovare l’accordo con il calciatore per non vederselo scappare a parametro zero. La rifondazione Chelsea – sotto la futura guida dell’attuale commissario tecnico della nazionale italiana Antonio Conte – al momento non sembra tenerlo in considerazione: tradotto, Pato sarà libero di scegliere e dunque di accordarsi con il suo prossimo club, che dovrà riconoscergli soltanto l’ingaggio per assicurarsene le prestazioni senza preoccuparsi dell’esborso per il cartellino. Classe ’89, va inquadrato come una scommessa che però se vinta rende un calciatore di massimo livello tecnico e di rara prolificità, potenzialmente eccellente in rapporto qualità/prezzo.

ED INTANTO TEVEZ… – Come Pato è tornato in patria, ma per ragioni ben differenti: la carriera europea di Carlos Tevez, costellata di successi, è stata ritenuta dallo stesso abbastanza appagante da volare in Argentina per riabbracciare il suo Boca Juniors. Una scelta di cuore, tornare dove ha iniziato, dove porta la passione: l’Apache ha sempre dichiarato di voler dedicare gli anni buoni della sua vita sportiva alla gente che lo ama, da vero hombre del pueblo, e non gli spiccioli di fine carriera. Al ritorno è subito titolo di Apertura: entra in corso d’opera ma mette comunque la sua firma sul successo con 5 reti in 12 gare, poi le cose sono andate diversamente con la squadra in difficoltà e le critiche feroci dell’ambiente. Che non hanno risparmiato l’uomo del popolo. Ora pentito? Stando alle sue recentissime parole così sembrerebbe: “Alle volte penso che tornare al Boca sia stata una scelta di m…a. Sono tornato per l’amore di questa gente, di questo club, della mia famiglia: ma se dico che ci sia un 2% di possibilità di andare via viene giù un casino”. Beh, fossimo nei club italiani, un pensierino per un biennale ce lo faremmo tutto. 

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