2016

Dunga, sul serio?

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Brasile, l’epurazione di Dunga: dietro le clamorose esclusioni per la Copa America del Centenario

Andiamo con ordine, perché qui c’è davvero da impazzire. Ecco la lista dei convocati diramata dal selezionatore Carlos Dunga, il Brasile affronterà la Copa America del Centenario con i seguenti nomi: in porta Alisson, Diego Alves ed Ederson, in difesa Miranda, Marquinhos, Gil e Rodrigo Caio come centrali, Dani Alves, Filipe Luis, Fabinho e Douglas Santos come esterni, i centrocampisti sono Casemiro, Luiz Gustavo, Lucas Lima, Renato Augusto, Elias, Rafinha, Willian e Douglas Costa mentre gli attaccanti Hulk, Ricardo Olivera e Gabigol.

GLI ESCLUSI – Bando alle ciance, subito la lista degli esclusi eccellenti, considerando come base di riferimento il parco calciatori convocato almeno una volta nell’ultimo anno: Thiago Silva (Psg), David Luiz (Psg), Gabriel Paulista (Arsenal) i centrali, Danilo (Real Madrid), Marcelo (Real Madrid) ed Alex Sandro (Juventus) gli esterni, Fernandinho (Manchester City) e Fred (Shakhtar Donetsk) i mediani, nel parco trequartisti/attaccanti ecco i vari Oscar (Chelsea), Lucas (Psg), Firmino (Liverpool), Jonas (Benfica), Felipe Anderson (Lazio), Robinho (Atletico Mineiro), Kakà (Orlando City) e Neymar (Barcellona). Per quest’ultimo così come per Fred ci sono degli alibi: il primo è stato concesso dal club alla Selecao per una sola delle due manifestazioni – Copa America ed Olimpiadi – e di comune accordo con il calciatore si è optato per la rassegna casalinga, il secondo è fermo fino al termine di giugno per via di una squalifica per doping.

LA FORMAZIONE – Concesse le attenuanti generiche del caso, ecco l’undici base degli esclusi da Carlos Dunga: Brasile con Jefferson in porta, linea difensiva con Danilo, Thiago Silva, David Luiz e Marcelo, in mediana Fernandinho ed un collega da reperire (ma scavando un po’ più indietro emergerebbe di sicuro), batteria di trequartisti composta da Lucas, Oscar e Firmino alle spalle di Jonas. Questa formazione titolare, comunque la si volti, sarà più forte di quella che andrà in campo tra un mese negli Stati Uniti: il mix tra le due – il meglio dei convocati e degli esclusi – avrebbe consegnato al selezionatore una nazionale di tutto rispetto, nonostante la forzata (o indotta) assenza della stella Neymar.

LE (APPARENTI) MOTIVAZIONI – Razionali difficili da trovarne: sembra più accanimento che altro. Perché giustificare la chiamata di Gil al posto di Thiago Silva, di Renato Augusto che a ventotto anni gioca in Giappone in luogo di Fernandinho o di Elias e Ricardo Olivera per Lucas ed Oscar è qualcosa che lasciamo volentieri agli altri. Per non parlare dei laterali difensivi. Dunque l’unica spiegazione può essere fornita dall’assoluta volontà di lanciare un segnale forte alla nazionale umiliata in semifinale Mondiale – ed in casa propria – dalla Germania ed assai deludente l’estate scorsa in terra cilena. Si volta pagina insomma, una Selecao operaia che tenga alla maglia più di quanto abbia dimostrato quello che è oramai il corso precedente. L’impeto delle scelte però parla da sé: qualora negli Usa non dovesse andare bene (e a dire il vero ci sono tutte le premesse) risulterebbe impensabile giustificare la portata di tali decisioni. Il Brasile di Dunga non è neanche al 50% delle sue possibilità e dotazioni: sullo sfondo l’ipotesi snobistica, poco peso alla competizione, meglio sperimentare in vista di un prossimo Mondiale peraltro tutto da guadagnare, con i verdeoro momentaneamente al sesto posto del Conmebol e clamorosamente fuori da Russia 2018. Dunque più di una nuvola all’orizzonte: scelte estreme, eccessive fino a prova contraria.

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