2009

Uefa, Platini sulla tecnologia in campo e il Fair Play finanziario

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Il presidente dell’Uefa, Michel Platini, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai media inglesi per parlare della possibilità  di introdurre la tecnologia in campo per aiutare gli arbitri a prendere le decisioni corrette durante una partita, ma il numero uno della massima organizzazione europea non condivide questo pensiero, anzi rilancia: “La mia posizione in merito non cambierà  mai – quando interpellato su come si potrebbero ovviare situazioni come il gol non convalidato a Lampard contro la Germania -. Quella di Blatter svaria spesso invece, io no però. L’arbitro deve essere l’uomo a prendere le decisioni, non un individuo davanti ad un monitor. Certamente i replay in tv ora dimostrano quanto sia difficile fare l’arbitro. Lo dico ormai a Blatter da oltre 15 anni. L’arbitro è solo, un uomo in un’area di 120 metri per 80. Ci sono cose che non vede. Per questo abbiamo proposto i giudici di porta in Champions League, ma se mettiamo la tecnologia per il gol-fantasma, poi le persone tra due anni chiederanno perchè non c’è anche per il resto dell’area. A quel punto cambia il gioco, non è più calcio. Il rugby? E’ diverso. Mi piace il rugby e più volte ho parlato con Serge Blanco di questo argomento. Nel rugby ci sono probabilmente 5-6 episodi per partita. Nel calcio ci sono quattro episodi contestati per gol-fantasma in 40 anni. Nella mia carriera non è mai accaduto. Sarebbe un costo eccessivo per niente. Anche ai Mondiali, sul gol-non gol di Lampard, dopo esser rimbalzata in porta, la palla è finita tra le braccia del portiere che la ha poi rinviata e dieci secondi dopo i tedeschi hanno segnato. Se ci fosse stata una tv che decisione si prendeva? Di riportare indietro il gioco? Forse c’era un fallo prima del tiro di Lampard, che fai, riporti il gioco indietro sin lì? Per me sarebbe un disastro. Nel tennis c’è la tecnologia video, ma nessun contatto tra i giocatori e 12 arbitri. Proviamo prima ad aumentare gli arbitri”.

Platini parla anche del Fari Play finanziario che intende mettere in atto a breve, riferendo anche ai club italiani: “Le società  non avrebbero mai preso provvedimenti spontaneamente, quindi era necessario imporre delle regole. Sanno che non vogliamo ‘ucciderli’, siamo qui per aiutarli. Tutti, inclusi Moraotti e Berlusconi, hanno detto che ‘era necessario’, ma non siamo contro il debito. Se vuoi comprare una casa, ti crei un debito, va bene. Il calcio ha bisogno anche di debiti, ma se prendi soldi in prestito, devi poterli ripagare. Siamo contro le perdite, non i debiti.

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