2015
Udinese, Stramaccioni: «Futuro? Ho un contratto, sto bene qui»
Continua il tecnico: «I problemi del calcio italiano sono legati ai settori giovanili»
Andrea Stramaccioni, allenatore dell’Udinese, ha parlato ai microfoni di “Sky Sport” del momento dei bianconeri: «Anno di transizione? E’ normale che una squadra giovane possa attraversare dei momenti di alto e basso ma in queste ultime partite, ritrovando alcuni giocatori, abbiamo ritrovato la continuità di inizio stagione. Non c’è ancora la salvezza ma abbiamo 33 punti e dobbiamo ancora recuperare la partita di Parma, abbiamo la possibilità di fare un bel finale di stagione».
NUOVO CICLO – «Questo è un anno zero per la società, dopo un ciclo eccezionale e con lo stadio nuovo, l’Udinese sta mettendo le basi per un nuovo ciclo. Io sono orgoglioso di essere qui, ho un altro anno di contratto, sto benissimo a Udine e qui sono felice. Rispetto all’Inter penso di essere cresciuto. Questa è una piazza importante, diversa dall’Inter, con dei giovani da migliorare e da far maturare ma dobbiamo ricordarci sempre che l’Udinese è una società importante».
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – «Io non ho niente da insegnare a nessuno. Io credo che uno dei problemi della nostra nazione sia il settore giovanile. Il gap tra la Primavera e la prima squadra è alta. Non è un caso che Verratti, Zaza e Immobile ad esempio abbiano dovuto fare un certo percorso nelle categorie minori mentre all’estero non è così. Lo stadio nuovo? L’Udinese ha uno stadio su misura della propria piazza, non ha bisogno di uno stadio dispersivo, un gioiellino, una bomboniera, dove possiamo avere il supporto di tutto il Friuli. Quest’anno siamo stati penalizzati ma credo che questo sia il futuro. La famiglia Pozzo e le società locali ci hanno visto lungo. Gli oriundi in Nazionale? Il discorso di Mancini credo sia filosofico, quasi di appartenenza. Ci sono delle regole precise su queste. La nostra storia dopo il dopoguerra è fatta di oriundi che sono diventati famosi ma credo che nessuno come Conte sappia meglio chi chiamare».