2009

Udinese, Di Natale: “Confermo, da qui non mi muovo”

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L’attaccante dell’Udinese Totò Di Natale vorrebbe chiudere la propria carriera con la maglia dei friulani. E’ lui stesso ad ammetterlo nel corso di un intervista rilascia oggi per la Lega Calcio:
La prodezza realizzata contro il Napoli gli è valsa il riconoscimento, secondo i voti espressi dai visitatori del nostro sito, di MIGLIOR GOL DEL MESE DI NOVEMBRE in Serie A TIM. Antonio Di Natale, capocannoniere dello scorso campionato ed attuale leader della classifica marcatori, lo ha definito al termine di quella partita “il gol più bello che ho mai fatto”.

Antonio, a distanza di qualche giorno, confermi quanto hai detto?

“Resto della mia idea: quella con il Napoli è senza dubbio la rete più bella della mia carriera”.


Nella stessa partita, complice Hamsik, hai segnato direttamente da angolo. Ti era già  capitato? Magari da ragazzo?
“No, mai. Nemmeno quando giocavo nel Settore Giovanile”.


Senti, ma per caso te la sei presa quando De Sanctis vi ha lasciati? Nel 2010 gli hai rifilato 2 triplette, ed anche nel 2003, quando giocavi nell’Empoli, gli avevi fatto gol. In Serie A TIM è il tuo bersaglio preferito. Cosa vi siete detti dopo l’ultima partita?
“Niente di particolare, comunque in generale il portiere a cui ho segnato più reti è Castellazzi. L’ho “bucato” 9 volte!”.


I tuoi gol non sono mai banali, cioè è difficile vederti appoggiare la palla in rete a porta vuota, sono sempre spettacolari e frutto di prodezze balistiche, spesso tiri da fuori area. Se dovessi spiegare il tuo segreto a un giovane cosa gli diresti? E’ tutto istinto oppure ci vuole molto allenamento?
“Il talento è una componente senza dubbio importante, ma senza il lavoro non vai da nessuna parte. Un consiglio ai ragazzi? Quello di non mollare mai e di non pensare di essere arrivati. Nel calcio bisogna lavorare e allenarsi sempre, a qualsiasi età , con intensità  e costanza per ottenere i risultati”.


Ora sei di nuovo in testa alla classifica marcatori. Nelle storia solo grandi calciatori hanno vinto il titolo di capocannoniere per due anni consecutivi, nel recente passato Platini, Pruzzo, Boninsegna, Riva. L’ultimo giocatore che ci è riuscito è Beppe Signori, 17 anni fa con la Lazio. Rivincendo anche quest’anno entreresti nella storia, sarebbe il giusto premio per aver deciso di restare a Udine?
“Segnare, è logico, per un giocatore, e in particolare per un attaccante, è importante. Ma la cosa davvero importante è che le reti servano al bene della squadra. Quello che mi farebbe piacere è che i miei gol servissero a portare sempre più in alto l’Udinese. Poi se dovessi rivincere la classifica marcatori tanto meglio, ma sarebbe un qualcosa di extra, una sorta di bonus. Non la componente fondamentale di questa annata”.


Già  che siamo in argomento, dopo la trattativa molto chiacchierata di quest’estate, ora ti senti di promettere che chiuderai la carriera a Udine?
“Sì, l’ho detto tante volte e lo riconfermo: io da Udine non mi muovo”.


Restando in tema di grandi giocatori, chi è il più forte con cui hai giocato?
“Ce ne sono tanti, ma se devo per forza sceglierne uno allora dico senza dubbio Fabio Quagliarella”.


E uno col quale avresti voluto giocare?
“Anche qua ce ne sono tanti, direi Ronaldo, il “fenomeno”, si mi sarebbe piaciuto giocare con lui”.

Qual è il difensore che ti ha fatto soffrire di più? Quello che non ti ha fatto dormire alla vigilia pensando di affrontarlo.
“Ivan Ramiro Cordoba”.


Escludiamo Guidolin, qual è l’allenatore col quale ti sei trovato meglio?
“Silvio Baldini. E’ l’allenatore che mi ha lanciato nel calcio che conta e per me resterà  sempre una delle persone più importanti nella mia carriera da calciatore”.


Togliendo le prime quattro giornate di blackout di quest’anno l’Udinese sarebbe quinta in classifica con 23 punti, a soli 3 punti dalla seconda (Juventus), dove potete arrivare in questo campionato? Visto che alcune grandi stentano, pensi che potreste emulare il grande risultato del 2004-2005 quando finiste quarti?
“Speriamo! A parte le battute noi dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Dobbiamo tagliare il prima possibile la soglia dei 40 punti, quelli necessari per la salvezza, e poi una volta arrivati a quella quota potremo pensare a qualcosa in più. Un passo alla volta, senza lasciarci andare a pericolosi voli pindarici o a cali di tensione”.


Ultima sul campionato: rimpiangi di non aver mai potuto lottare per lo scudetto?
“Onestamente no. Sono felice della mia carriera e di quello che ho fatto in tutti questi anni”.


Hai mai avuto la possibilità  di andare all’estero?
“Sto bene in Italia, e come ti ho già  detto a Udine chiuderò la mia carriera”.


Parentesi Nazionale, per te croce e delizia perchè hai provato l’orgoglio di essere capitano della Nazionale e hai portato sulle spalle il numero 10 al Mondiale, ma in Nazionale hai anche patito un grave infortunio. Zico ha detto che in Italia non ci sono tanti giocatori con le tue qualità  e che lui in nazionale, se fosse il ct, ti convocherebbe. Ci speri ancora o credi che sia un capitolo chiuso della tua carriera?
“Credo che ormai la Nazionale sia un capitolo chiuso. Mister Prandelli ha intrapreso un nuovo percorso basato sui giovani calciatori ed è giusto che prosegua per quella strada”.

Fonte: legaseriea.it

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