2020
Da Adama Traorè a Raul Jimenez: tutti i segreti del Wolverhampton di Espirito Santo
I Wolves sono una delle rivelazioni della Premier, anche grazie all’intesa tra l’allenatore Espirito Santo e il “blocco” portoghese
Prima che il calcio si fermasse, in Premier League si stava giocando un campionato molto interessante alle spalle del Liverpool. Con diverse underdog pronte ad approfittare delle grosse difficoltà di molte delle Big 6. Il Leicester, terzo, sembrava aver ipotecato la qualificazione in Champions League, mentre Sheffield e Wolverhampton erano addirittura in lotta per il quarto posto.
Quello dei Wolves (tra le principali candidate per la vittoria in Europa League), però, non è un exploit occasionale. Si tratta della conseguenza di un lungo percorso di crescita che parte da lontano, quando nel 2016 il conglomerato cinese Fosun International rilevò il club (allora in Championship) per 45 milioni di euro. Un gruppo asiatico ambizioso e fortemente legato a Jorge Mendes, non a caso l’agente di Cristiano Ronaldo si può considerare vero e proprio deux ex machina della società inglese. I Wolves, infatti, hanno tantissimi giocatori portoghesi in rosa (attualmente nove), compreso l’allenatore (Nuno Espirito Santo, ex Porto) che è un amico di vecchia data di Mendes.
Un 541 molto compatto
L’ossatura del Wolverhampton è praticamente la medesima della stagione passata, visto che il mercato estivo non ha rinforzato in maniera significativa la squadra. Questo vuol dire che c’è stato un netto salto di qualità da parte di tutti, visto che oggi gli inglesi stanno addirittura lottando per un posto in Champions. Espirito Santo alterna il 352 al 343, e nel corso della stagione è parso preferire quest’ultima soluzione. Difesa a 3 composta da Boly, Coady (il capitano) e Saiss, con mediana tutta lusitana formata da Ruben Neves e Joao Moutinho. A destra, il quinto titolare è Doherty, mentre a sinistra si alternano Jonny Castro e Vinagre. In avanti, Adama Traore e Diogo Jota agiscono alle spalle di Raul Jimenez. Quando si gioca con il 352, invece, Espirito Santo toglie Traore e schiera Dendoncker in mezzo il campo.
Prima di tutto, va sottolineato come il Wolverhampton sia una delle squadre difensivamente più solide di tutta la Premier. Con 31.31 Expected Goals contro, solo quattro formazioni inglesi concedono meno agli avversari. I Wolves non amano pressare in avanti: anzi, si caratterizzano per uno dei blocchi più bassi e compatti di tutto il campionato, un 541 che blinda gli spazi centrali, costringendo l’avversario ad andare in fascia. Si tratta di una squadra molto ordinata dietro, difficile da perforare a difesa schierata (e anche gli attaccanti effettuano ripiegamenti molto generosi).
Anche il Leicester ha sbattuto contro il 541 dei Wolves, creando poche occasioni da rete. Da notare quanto è corta e compatta la squadra
Insomma, è una rosa che non si trova a disagio quando sono gli avversari ad avere la palla. Anzi, i Wolves si esaltano nella difesa di posizione, preferendo schierarsi con un baricentro piuttosto basso. Un dato significativo: il Wolverhampton è la quinta squadra della Premier ad avere l’indice PPDA più alto. In pratica, concede tanti passaggi prima di intraprendere un’azione difensiva, statistica che dimostra il modo di difendere “passivo” degli inglesi. Tuttavia, questa indole non limita la pericolosità offensiva dei Wolves, che in ripartenza sono tra le squadre più letali della Premier. Espirito Santo dispone infatti di giocatori molto veloci, particolarmente incisivi in spazi lunghi.
Ne è un esempio il gol che sblocca la gara all’Ethiad. Dopo che Joao Moutinho (il massimo recuperatore dei palloni dei Wolves) intercetta un passaggio, Raul Jimenez e Adama Traore ribaltano velocemente l’azione, annichilendo l’opposizione del Manchester City
Una squadra, quindi, che riesce ad arrivare in porta velocemente quando recupera palla, caratteristica che ha messo in crisi molte big della Premier. Guardiola ha per esempio perso due volte contro Espirito Santo: Leicester e Manchester United non sono mai riuscite a vincere, mentre il Tottenham è crollato in casa.
Ruben Neves è dominante nel gioco lungo
Nonostante i molti giocatori di qualità in avanti, i Wolves non hanno un’uscita del pallone molto elaborata. Anzi, sono una squadra che alza molto la palla, addirittura terzi in Premier League per lanci lunghi a partita (66). Quando il Wolverhampton costruisce da dietro e mancano soluzioni di passaggio sul breve, i difensori non si fanno particolari problemi a lanciare palla in avanti, sfruttando le grandi qualità di Raul Jimenez nel gioco aereo o cambiando il gioco sugli esterni.
La squadra è lunga, i difensori non hanno modo di verticalizzare palla a terra alle spalle delle linee avversarie. Anzi, tutti i compagni sono alti già pronti per raccogliere il lancio di Coady. Con 11.7 passaggi lunghi a partita, l’inglese è il giocatore dei Wolves che alza di più la palla
Non stupisce quindi la centralità che ha preso Ruben Neves nello scacchiere di Nuno Espirito Santo. Tra i talenti più luminosi del settore giovanile del Porto, fece molto clamore la sua scelta di trasferirsi nel 2017 (appena ventenne) in un club della Championship. Oggi, il portoghese costituisce (insieme a Joao Moutinho) l’elemento cardine del palleggio dei Wolves, in un contesto tattico che gli consente di esprimere il suo più grande pregio: il cambio di gioco, grazie a una pulizia incredibile nel calcio. Il portoghese sa allargare con grande efficacia il campo in entrambe le direzioni, grazie a traiettorie millimetriche. Oltre a essere il giocatore con più passaggi totali, Ruben Neves è il secondo della rosa per lanci lunghi riusciti ogni 90′ (6).
Perfetto cambio di gioco di Ruben Neves, che serve Castro (il quinto) sul lato debole
Possiede anche grandi capacità nel tiro dalla distanza, tant’è che è il giocatore dei Wolves che prova più spesso la conclusione da fuori. Quando gli inglesi attaccano sulle corsie esterne, il portoghese si avvicina spesso al limite dell’area, con il compagno che lo serve con una palla a rimorchio proprio per consentirgli di tirare.
Ruben Neves è quindi il principale riferimento centrale di una squadra che utilizza soprattutto le fasce per attaccare: solo il 21% delle offensive arriva dal centro, il penultimo dato più basso della Premier League. In una rosa che sfrutta molto le corsie esterne, Doherty (il quinto di destra) dà un contributo importante in fase offensiva, come dimostrano i 4 gol fin qui. Quando il Wolverhampton crossa da sinistra, l’esterno irlandese è sempre tempestivo nell’accompagnare l’azione, attaccando l’area e staccando sul secondo palo.
Così sono arrivati tanti gol, come per esempio quello contro il Tottenham. Come si può vedere nella slide sopra, è proprio Doherty che insieme a Raul Jimenez riempie l’area di rigore, riuscendo poi a trovare il tocco vincente. Nella stessa partita, tra l’altro, l’esterno irlandese ha anche confezionato l’assist per il momentaneo 2-2 di Diogo Jota (il portoghese è un altro dei giocatori esplosi nell’arco di questa stagione).
Adama Traore e Raul Jimenez sono decisivi
Il giocatore più iconico dei Wolves, però, è senza alcun dubbio Adama Traore. Osservando il fisico, si nota già la sua particolarità: a prima vista è persino difficile pensare che sia un calciatore, dato che possiede una stazza enorme, fuori dal comune (quasi da culturista). Invece, l’ex Barcellona è la maggiore fonte di imprevedibilità di Nuno Espirito Santo, con numeri ai limiti dell’irreale. Con quasi 7 dribbling riusciti per 90′ (percentuale di riuscita del 64%, un dato elevatissimo), è il giocatore che in Europa più spesso salta l’uomo: fino a questo momento ha completato ben 144 dribbling. Si tratta dell’elemento che rende letali e fulminee le ripartenze del Wolverhampton, visto che su distanze medio-lunghe è letteralmente impossibile da bloccare. Per quanto non abbia un repertorio tecnico particolarmente vario (svetta solo nel dribbling, soffrendo tra l’altro se costretto ad accentrarsi), è comunque un elemento cruciale nello scacchiere dei Wolves, e lo dimostrano i 7 assist realizzati fin qui (miglior rifinitore della squadra).
Espirito Santo ha virato sul 343 soprattutto per farlo coesistere con Doherty. I due hanno dimostrato un’ottima intesa (c’era infatti il rischio che ricoprissero le stesse zolle), con buone rotazioni posizionali. Spesso è l’ala (ossia Traore) che resta larga, con il quinto (Doherty) che entra dentro al campo, movimenti che prendono in contro tempo la difesa avversaria. Così sono arrivati tanti gol e situazioni pericolose.
Un esempio nella slide sopra. Si forma un triangolo a destra, con Doherty che effettua una sovrapposizione interna
Un altro giocatore oggi decisivo come mai in carriera è Raul Jimenez, attuale capocannoniere della squadra con 13 reti. Il messicano dà un contributo importante in ogni aspetto della fase offensiva, grazie a un’ottima tecnica e a notevole intelligenza tattica. Prima di tutto, nonostante il metro e 92 centimetri di altezza, ha grande incisività nelle ripartenze. Si tratta di un giocatore molto rapido su distanze lunghe, particolarmente abile nell’uso del corpo per superare l’avversario (con la media di 2 dribbling riusciti a partita).
Jimenez è molto mobile sia fuori che dentro l’area di rigore, con i difensori che faticano a leggere le sue intenzioni. Vede molto bene la porta, come dimostrano i 3.6 tiri per 90′. Oltre al grande contributo nel gioco aereo (è un’importante arma tattica per risalire), si distingue per una grande associatività con i compagni di reparto. Il messicano, sfruttando la già citata agilità svaria infatti molto, ben lontano dall’attaccante statico vecchia maniera. Inoltre, è bravissimo nel giocare spalle alla porta, con una pulizia tecnica nell’appoggio che gli consente di premiare ottimamente gli inserimenti dei compagni. Tant’è che, oltre ai gol, è un’importante generatore di occasioni della squadra, come dimostrano i 6 assist e gli 1.5 passaggi chiave per 90′.
Jimenez riceve palla dal limite e, nonostante 4 giocatori vicino a lui, ha la tecnica e la lucidità, per mettere Jota davanti al portiere con un precisissimo passaggio alto. Giocata di grande livello che genera una grande occasione
Insomma, dopo anni di crescita, l’impressione è che il Wolverhampton stia raccogliendo i frutti del lavoro seminato, con giocatori che hanno fatto un evidente salto di qualità. Per quanto non sia forse una squadra molto varia nel modo di attaccare (c’è un po’ di prevedibilità quando si affrontano squadre che tolgono spazi), si tratta comunque di una formazione estremamente solida e con individualità di grande livello: Ruben Neves sembra il giovane più di tutti destinato a un futuro da top player. Il Wolverhampton si sta quindi affermando come una delle realtà più importanti della Premier, con prospettive importanti pensando al lungo periodo, a partire dall’Europa League in corso.