Inter, hai una strana malattia: così ti sei presa la SdR (Sindrome di Ranocchia) - Calcio News 24
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2018

Inter, hai una strana malattia: così ti sei presa la SdR (Sindrome di Ranocchia)

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ranocchia inter

Tutta l’Inter malata di SdR: la Sindrome di Ranocchia. I nerazzurri sopraffatti da una incredibile epidemia di “normalissima” mediocrità: così il morbo negli ultimi anni si è impossessato di tutto l’ambiente

Una malattia grave, ma non mortale e forse nemmeno incurabile. Di SdR soffre gran parte della popolazione mondiale, anche se probabilmente non ne è a conoscenza. Asintomatica almeno in fase embrionale, la SdR tende a manifestarsi nei momenti di maggiore enfasi o, ancora più spesso, in quelli di grossa difficoltà. Un senso di inadeguatezza perenne pervade i portatori (spesso sani) di tale malattia che in breve tempo, se non adeguatamente contrastata, pervade quasi tutte le zone del cervello. Di SdR non si muore, dicevamo, ma si vive. Si vive male. Più che altro si sopravvive nell’attesa dell’ignoto. Il malato di SdR puoi trovarlo lì, con lo sguardo perso nel vuoto dell’orizzonte a rimembrare i bei tempi andati. Nostalgico come un vecchietto sopraffatto dal tempo, disorientato come Will Smith al raduno mondiale del Ku Klux Klan. La SdR è un morbo epidemico perché trasmissibile semplicemente al contatto visivo: se incontri un malato, corri il rischio di venire contagiato solo frequentandolo. Sì, la SdR è la malattia del secolo.

Più potente della febbre gialla, più subdola del vaiolo, la Sindrome di Ranocchia non conosce vaccini, perché non si è mai davvero preparati al peggio. Lo sanno bene i tifosi dell’Inter, i primi al mondo ad essersi ammalati della strana epidemia. I casi iniziali furono fatti registrare in Italia già circa sei anni fa. Il paziente zero, primo portatore – apparentemente sano, anzi sanissimo – di SdR fu appunto Andrea Ranocchia, allora giovanissimo e promettente difensore prelevato dai nerazzurri. Proprio da lui la malattia prende il nome, perché chiamarla semplicemente “modestia” ad un certo punto non era più sufficiente. Il ragazzo, proveniente da Bari – via Genova – , estremità della Penisola apparentemente bonificata (ma solo apparentemente. Per maggiori info si rimanda al caso del paziente Giampiero Ventura, già studiato in altre sedi) manifesta i primi sintomi della sindrome soltanto dopo qualche mese: in quel momento la malattia è già conclamata.

Fase 2 – La SdR contagia l’Inter: è l’inizio della fine

Ranocchia appare perso e fortemente in difficoltà nei movimenti, a tratti anche nella semplice deambulazione in campo. Come svuotato. L’Inter sottovaluta il nemico con cui ha a che fare, cerca cure palliative e perde tempo prezioso. Nel giro di poco l’epidemia contagia l’intera società nerazzurra. La SdR si impossessa dell’Inter con la stessa facilità con la quale Hitler si impossessava della Polonia nel 1939 e non c’è più nulla da fare. La reazione tardiva nerazzurra porta la società a sprofondare in un baratro nero: quasi nessuno comprende nell’immediato la gravità del morbo. Quando arrivano le prime misure di profilassi è già tardi. Si prova allora ad allontanare il paziente zero dalla zona contaminata, ma la zona contaminata non più solo Appiano Gentile, è l’Italia nerazzurra tutta. Il ragazzo torna così a Genova e, poco dopo, viene spedito ancora più lontano: in Inghilterra. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Il nemico però a questo punto non è più Ranocchia, badate bene, è la Sindrome di Ranocchia che ha già penetrato l’intero ambiente.

Non è finita di certo però. La SdR subdolamente si adatta ai cambiamenti climatici e pare cessare il proprio effetto. Ranocchia nella piovosa e circoscritta contea di Hull sembra quasi completamente guarito, ma è solo l’ultimo rantolo di coscienza prima della fase finale. La malattia ha ormai abbassato le difese immunitarie dell’Inter che, ingenuamente, riporta il paziente a casa, convinta di averlo salvato da mediocrità certa. L’esimio, ma probabilmente supponente, dottor Spalletti si convince della bontà delle proprie cure e dichiara l’epidemia debellata, venendone a sua volta contagiato (ndr: sebbene una parte della medicina sia orientata a credere ancora oggi a credere che di SdR il tecnico nerazzurro in verità fosse già gravemente malato da anni). Il picco epidemico sabato scorso in quel di Genova (leggi anche: GENOA-INTER: COSA COMBINA RANOCCHIA – VIDEO). Una mazzata che potrebbe condannare l’Inter alla peggiore delle conseguenze: la sopravvivenza. Non la fine, no. Perché di SdR, ripetiamo, non si muore, ma si vive male. Della cura definitiva invece la scienza è ancora alla ricerca, poiché della Sindrome di Ranocchia chiunque, in qualsiasi istante, anche in questo, potrebbe ammalarsi. Resta allora un solo avviso da farsi: diffidate da chi nega l’esistenza della malattia. Qualcuno potrebbe finanche parlarvi di normalità, ma vi garantiamo che di normale non ci può essere mai nulla nella mediocrità. Chi afferma il contrario probabilmente è già malato.

https://www.youtube.com/watch?v=gMvj7mqkpw4

9 luglio 2017: il dottor Spalletti riammette in rosa il paziente Ranocchia ed attacca un tifoso che lo porta a conoscenza degli effetti nefasti della SdR. Il resto dell’ambiente, già malato, pare non rendersi conto della pericolosità dell’epidemia ed applaude convinto di aver debellato il morbo.

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