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Turchia, Calvarese: «I giovani vittima di violenza, hanno paura»

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Le parole dell’ex arbitro Gianpaolo Calvarese, dopo l’aggressione avvenuta in Turchia contro un arbitro da parte di un presidente di club

Le immagini dell’aggressione ad un arbitro nel campionato turco da parte dei dirigenti di un club hanno fatto e fanno ancora parlare. Anche Gianpaolo Calvarese, intervistato da TvPlay, ha commentato l’episodio, facendo anche riferimento ai numerosi casi di aggressioni che capitano nei dilettanti e nei settori giovanili. Di seguito le sue parole.

VIOLENZA – «Faccio fatica a ricordare episodi del genere nei maggiori campionati europei. E’ spropositato tutto quello che abbiamo visto. Qui non centra il calcio, la violenza va sempre eliminata. Se vai a vedere i numeri delle violenze sugli arbitri, vedi che i casi aumentano del 50% quando accade un episodio nei massima campionati, visto che c’è l’imitazione nelle categorie minori. Nel 2023 un gesto del genere non la ritengo più plausibile»

PAURA DEI GIOVANI – «Le critiche, ovviamente, ci stanno, perché il calcio è di tutti, ma per i casi di violenza tutto dipende dalla certezza delle pene. Il problema di questa tipologia di casi è soprattutto nelle categorie inferiori. Tanti arbitri giovani, infatti, sono stati vittime di violenza. Gravina sta cercando che episodi del genere vengano puniti con dei Daspo a vita».

IPOTESI SCIOPERO – «C’è stata, ma poi non l’abbiamo fatto per non dare un brutto segnale. L’altro problema è che i ragazzi non si iscrivono più nei corsi arbitrali perché hanno paura. La Uefa, per la prima volta nella storia, ha fatto la prima campagna di reclutamento per gli arbitri. C’è un problema culturale sia dei bambini che dei genitori. Questi ultimi, infatti, pensano che i giocatori debbano fare per forza i calciatori, questo l’ho visto nel mondo del settore giovanile. Ci vuole una nuova cultura generale»

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