2013

Tuffo nella storia: il “gol invisibile” di Bochini alla Juventus compie 40 anni

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Non fu inedito solo il formato, ma l’intera edizione della Coppa Intercontinentale nel 1973: la finale, che fu disputata in una gara unica allo stadio Olimpico di Roma, fu giocata dall’Independiente e dalla Juventus, nonostante l’iniziale rifiuto del club bianconero. Non spettava, infatti, al team bianconero contendersi l’ambito e prestigioso trofeo, ma all’Ajax, che rinunciò a partecipare alla manifestazione, adducendo motivi finanziari.

La squadra vicecampione d’Europa, la Juventus appunto, fu, dunque, chiamata a sfidare la squadra vincitrice della Coppa Libertadores. Un successo solo sfiorato dalla squadra di ?estmír Vycpálek, che ebbe l’occasione di portarsi in vantaggio con Cuccureddu, il quale però sparò la palla dal dischetto alta sopra la traversa. La beffa si concretizzò poi all’80’, quando Bochini siglò la rete decisiva per la squadra argentina.

Da allora sono passati 40 anni, un dolce anniversario per l’Independiente, che vuole tornare a rivivere tempi d’oro e che non ha affatto dimenticato il “gol invisibile” del suo ex centrocampista offensivo. Invisibile? Sì, ma in questo caso non c’entrano eventuali sviste arbitrali, perché in realtà il gol è stato denominato così per lo smarrimento della registrazione della partita. Negli anni è, però, cresciuto l’interesse per quella sfida, tanto che il gruppo “Independiente Mistico” ha avviato una ricerca internazionale ed è arrivato a bussare alle porte della RAI, che ha prestato il video a patto che, però, fosse restituito. Nel 2009, in occasione del 35° anniversario della “Giorno del gol de El Bocha alla Juventus“, è stata organizzata una festa commemorativa, nella quale sono state trasmesse le immagini di quella partita.

«Fu una grande sorpresa per me, perché tutti davano per inesistente quel video. Mi ricordavo molto bene del gol, è stato molto bello, ma rivivere i dettagli è stato come chiudere la storia di quella partita. Dovevamo affrontare l’Ajax, non la Juventus, in quella finale, ma non ci importava nulla dell’avversario, perché volevamo vincere. Lavorai duramente per quella finale, volevo confermarmi. Conservo ancora i ricordi del viaggio in Italia e della partita. Avevo 19 anni all’epoca ed ebbi la possibilità di farmi un nome», ha raccontato Bochini ai microfoni di “Clarin”.

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