Champions League
Il capolavoro di Tuchel, la cabala del Chelsea, la maledizione di Manchester
La Champions League 2020/21 si conclude con la grande sorpresa targata Chelsea: Tuchel non sbaglia una mossa, Manchester piange ancora
Il capolavoro di Thomas Tuchel. Il Chelsea conquista la seconda Champions League della propria storia capitalizzando al massimo il guizzo di Havertz e sorreggendosi su un assetto tattico pressoché perfetto.
Impotente o poco più il City di Guardiola, criticatissimo per le scelte iniziali e rimasto ancora una volta con il cerino in mano. E questa volta nel modo più atroce, dopo aver finalmente conquistato una finale che sembrava chimera nel suo percorso inglese.
Nemmeno gli ingressi di Gabriel Jesus e di Aguero hanno regalato vivacità a un attacco sterile come raramente si era visto con il tecnico catalano. Merito soprattutto, va detto, della struttura difensiva dei Blues che, con o senza Thiago Silva, ha dimostrato d’essere di prim’ordine. Anche sbertucciando gli “scienziati” che consideravano poco funzionale la difesa a 3 al contesto europeo.
E d’altro canto, il trionfo del Chelsea non poteva che avvenire nel giorno del compleanno di Roberto Di Matteo, il tecnico del primo, incredibile successo in Champions League. E anche in quell’occasione, Abramovich decise per il cambio di allenatore a stagione in corso, dimostrando quanto regole e convenzioni contino davvero poco trattando l’argomento calcio.
Insomma, alla perfezione nella preparazione tattica della gara si è unita la cabala. Un mix infernale e insostenibile per la silenziosa Manchester, in lacrime a Danzica pochi giorni fa e recidiva a Oporto per uno storico double di schiaffoni alla nobiltà.
Prima lo United e ora il City: da favorite ai troni europei alla cocente delusione per ciò che poteva essere e che invece non è stato. Il re Guardiola e il principe Solskjaer accomunati da un destino beffardo, un destino che Emery e Tuchel hanno saputo afferrare a piene mani, regalando a Villarreal e Chelsea una settimana leggendaria.