2017
I tre errori commessi da Gattuso nei primi dieci giorni da tecnico del Milan
Impatto non certo positivo per Gattuso sulla panchina del Milan: tre gli errori commessi da un allenatore che fa già discutere, in campo ma soprattutto davanti ai giornalisti
I primi dieci giorni di Gennaro Gattuso da allenatore del Milan non potevano essere peggiori. In un contesto di depressione più totale non può che pesare come un macigno il terribile pari di Benevento, con il gol a tempo scaduto del portiere Brignoli che ha ulteriormente ridicolizzato una squadra ormai in balìa degli eventi. In una settimana Gattuso, dopo l’esonero di Vincenzo Montella, non poteva certo cambiare il volto di una formazione che da inizio stagione ha dato pochissimi segnali confortanti. Sia sul piano dei risultati che su quello del gioco, quasi mai visto dalle parti di San Siro. Gattuso però, sia sul campo che davanti ai giornalisti, ha già commesso qualche ingenuità di troppo. Aspetto preoccupante, certificato dalla confusa conferenza stampa che anticipa la sfida di Europa League di stasera contro il Rijeka. Sono già tre, nel giro di dieci giorni, gli errori fatti da Gattuso nelle vesti di allenatore del Milan.
IL PRIMO ERRORE – Gattuso, ieri in conferenza stampa, ha parlato della condizione fisica della squadra. Sottolineando dei dati allarmanti, ma allo stesso tempo noti a tutta Italia: «Sono arrivato da 8 giorni, non posso migliorarla in così poco tempo. Dopo il Torino, siamo la squadra che corre meno di tutte in Serie A e non è un caso. I carichi di lavoro sono importanti, ma non voglio che siano un alibi. Non posso caricare troppo, altrimenti rischio degli infortuni». Parole che suonano come un alibi, come un tentativo di mettere già le mani avanti, scaricando ogni responsabilità sul predecessore Montella. E’ palese il fatto che il Milan non corra, ma è altrettanto evidente l’ovvietà di una dichiarazione che Gattuso avrebbe dovuto evitare di fare. Su questo aspetto ha molto da imparare da Luciano Spalletti, che quando subentrò a Rudi Garcia alla Roma caricò di responsabilità i giocatori. Mettendoci la faccia e non guardando più al passato.
IL SECONDO ERRORE – Il secondo errore di Gattuso è probabilmente il più grave, quello che denota tutta l’inesperienza di un tecnico che sta sperimentando sulla propria pelle e su quella del Milan. Nella conferenza stampa che anticipa la gara contro il Rijeka il buon Ringhio è tornato sul gol beffardo subito a Benevento da Brignoli. Attribuendo la responsabilità della rete subita ad un giocatore in particolare: «Non ho niente da rimproverare ai ragazzi, perché eravamo a zona essendo una punizione dalla trequarti. Il giocatore che sbaglia è Abate, perché se avesse fatto un passo avanti forse avrebbe potuto prendere la palla». Ecco: a distanza di quattro giorni dalla tremenda giornata del Vigorito, perché scaricare la colpa del 2-2 su Abate, già costantemente punzecchiato dai tifosi del Milan? Al posto di dare fiducia Gattuso rischia di perdere la lucidità di un giocatore che, complice anche l’infortunio di Conti, può rivelarsi una risorsa importante. Il segnale dato dall’allenatore non è positivo, anche perché il pareggio di Benevento è stato figlio di un secondo tempo gestito malissimo, in cui i padroni di casa hanno preso campo e coraggio di minuto in minuto. La rete di Brignoli è solo il giusto premio alla fatica fatta dalla squadra di De Zerbi.
IL TERZO ERRORE – Forse non è nemmeno giusto parlare di errore, perché Gattuso deve ancora conoscere bene la squadra e i giocatori. Ma spaventa l’ostinazione sulla difesa a tre, che fino a questo momento ha dato risultati pessimi. Ripartire dallo schieramento a quattro non è per forza un problema, anzi. Il Milan avrebbe la possibilità di valorizzare in maniera più efficace il centrocampo e l’attacco, vista la presenza di talento in dosi massicce sul quale Gattuso può contare dalla cintola in su. I tre dietro stanno diventando un guaio di partita in partita e lo scollamento fra i vari reparti è ormai sempre più evidente. Perché non ripartire dalle certezze del Milan di Montella della passata stagione? La sosta di gennaio, almeno sotto questo profilo, può rivelarsi una manna dal cielo.
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