2017

Torosidis, Bologna-Roma e il presente: «Destro? Aspettiamolo»

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Alla vigilia di Bologna-Roma, Vasilis Torosidis racconta il momento rossoblu e l’incontro con il suo passato: «Totti un campione, a Roma arrivai in una situazione difficile»

Torosidis, per comodità Toro. Di nome Vasilis. Cioè reale, regale, da re. Ha un approccio alla vita essenziale, come quando sta in campo. Parla come gioca: controllo, appoggio, posizione da ritrovare. Torosidis, come sta il Bologna? «Stiamo bene, abbiamo sbagliato solo l’ultima partita a Firenze, ma il momento era e resta buono». Otto partite alla fine. Che cosa può fare il Bologna? «Meglio dell’anno scorso, di sicuro possiamo migliorare quei 42 punti. Ne abbiamo la voglia e la forza».

PASSATO GIALLOROSSO – Domenica al Dall’Ara arriva la Roma. Lei in giallorosso ha giocato tre anni e mezzo. Che ricordi ha? «Sono arrivato nel gennaio del 2013, mi volle Sabatini, c’era un bel casino (ride). La situazione era difficile, perdemmo anche la finale di Coppa Italia con la Lazio, hai idea di cosa significhi a Roma, no?». Lo so. Bel casino. E poi? «Poi ho fatto due anni molto bene, con Rudi Garcia, grande allenatore, uomo speciale che ha dato tanto alla Roma. Siamo arrivati in Champions e abbiamo lottato per lo scudetto, arivando due volte al secondo posto. Certo, davanti avevamo la Juve. Nel 2013 loro hanno fatto 102 punti, dico 102 (sgrana gli occhi, ndr), e noi 85. Di solito con 85 sei lì a giocartelo all’ultima giornata». Inevitabile la domanda per lei che ci ha giocato insieme: chi è Totti? «E devo dirti io chi è Totti? Un campione, un fuoriclasse. Ma sai la cosa straordinaria di Totti non è il giocatore, ma l’uomo. Ti dico due parole per definirlo: buono e umile». E’ lui il compagno di squadra più forte con cui ha giocato? «Direi di sì, e ho giocato insieme pure a un certo Rivaldo, non male nemmeno lui, eh».

COMPAGNI DI TALENTO – A proposito di attaccanti, ai microfoni de “Il Corriere dello Sport” Torosidis dice la sua sulle potenzialità di Mattia Destro: «Dico che è molto forte» Ma quest’anno ha fatto solo sei gol. Sembra sempre sul punto di, e invece niente…: «Fidatevi, l’ho avuto come compagno alla Roma, c’è stato un momento che entrava in campo e la buttava dentro a occhi chiusi, succederà anche qua. E comunque Mattia in campo si impegna». Che compagno di squadra l’ha impressionata di più? «Verdi». Ha dei gran colpi: «Sì, è proprio talentuoso. Sono contento che abbia conquistato la nazionale, se la merita. Guarda, se non si fosse fermato tre mesi per l’infortunio alla caviglia avrebbe fatto tanto per noi, e magari qualche punto in più adesso ce l’avremmo».

ISOLA FELICE – Per Torosidis quest’anno 22 presenze, 1 gol (con il Napoli) e 5 gialli; una stagione in cui lei ha giocato a destra, a sinistra, pure centrale. Dove si trova più a suo agio? «Dove posso rendermi più utile, del resto ho sempre fatto così. Se a Donadoni servo in mezzo, gioco lì, se servo a destra, mi sposto a destra: nessun problema». Che tipo è Donadoni? «Tranquillo…». Ok, tranquillo. E poi? «Ci fa lavorare molto, gli allenamenti sono molto curati». Come mai se n’è andato da Roma? «Perché non giocavo. Sono rimasto fuori sei mesi, prima per colpa di un infortunio, ma roba di poco conto, poi per le scelte di Spalletti. E allora ho deciso che era ora di cambiare aria». Che contratto ha col Bologna? «Due anni più uno di opzione, se va così starò qua fino al 2019». Felice di stare a Bologna? «Molto, sto benissimo, la società funziona, la squadra può diventare ogni giorno più forte. E poi, hai visto la parte nuova del centro tecnico? Fantastica, di livello europeo».

GRECIA, MON AMOUR – Lei è anche capitano della nazionale, quante presenze ha? «Novanta». Arrivare a cento è un attimo. «Speriamo, ma il record di Karagounis non lo batto: lui ne ha 139». Siete in corsa per i Mondiali. «Belgio 13 punti, noi 11, Bosnia 10. Siamo tutti lì. Il 9 giugno giochiamo in Bosnia, è praticamente uno spareggio. Se lo vinciamo facciamo un passo avanti verso Russia 2018, se non sarà qualificazione diretta ci giocheremo gli spareggi». Consigli per gli acquisti: quali suoi connazionali segnala? «Se dico Manolas vale?» No. Troppo facile. «Ok, allora, uno forte è Kostas Mitroglou, gioca nel Benfica, è un centravanti possente, ma lui è già conosciuto a livello europeo. Allora ti dico Giannis Manniatis, 30 anni, difensore molto affidabile, gioca nell’Olympiakos. E il centrocampista Petros Mantalos, 25 anni, dell’Aek. Ah, un altro da tenere d’occhio è Manolis Siopis, 22 anni, centrocampista del Panionios, ma l’ha già preso l’Olympiakos».

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